La guerra fredda dentro il partito

La Lega di Matteo Salvini preferisce il Papeete alle radici padane di Pontida

Raduno di Pontida (LaPresse)
Raduno di Pontida (LaPresse)
  • Se provassimo a identificare Matteo Salvini con un luogo, questo sarebbe la riviera romagnola, o meglio il Papeete, il locale dei vip dell’europarlamentare Massimo Casanova. Certamente non potrebbe essere Pontida, che invece salta subito alla memoria se facessimo lo stesso giochino con chi ha preceduto Salvini alla guida della Lega. Tanto è vero che anche quest’anno salta il raduno di Pontida.
  • A Pontida tuttavia il sovranismo non ha mai attecchito a dovere. Una sfida quasi impossibile, solo apparentemente riuscita, più per il forte carisma del leader Salvini e dei risultati ottenuti, mai raggiunti dalla Lega nordista di Umberto Bossi (benché sia stata forza di maggioranza fissa nei governi Berlusconi degli anni Duemila). L’amalgama tra le due leghe fatica a solidificarsi, resta unita solo nel nome del leader.
  • Tra i buoni motivi per far saltare il raduno c’è anche il non dover spiegare alla base l’inciucio in corso con Silvio Berlusconi per la creazione di una forza unitaria in vista delle elezioni politiche del 2023. I militanti hanno la memoria lunga, ricordano lo slogan del 2016 urlato proprio dal sacro palco di Pontida: «Mai più schiavi di nessuno».

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