- L’Italia sulla carta è uno degli stati più virtuosi in materia di armi proibite, in particolare per quanto riguarda le mine antiuomo e le bombe a grappolo.
- Tuttavia sono almeno dieci anni che si sta discutendo - senza successo - una legge più dettagliata per vietare qualsiasi tipo di investimento in aziende produttrici di mine antiuomo e bombe a grappolo.
- La proposta di legge sconta l’opposizione delle autorità di vigilanza, così com’è prevede obblighi e responsabilità su cui il governo non si è ancora speso. A novembre verrà discussa alla Camera ma il divieto al finanziamento anche indiretto di produttori di mine e bombe è ancora lontano.
L’Italia sulla carta è uno degli stati più virtuosi in materia di armi proibite, in particolare per quanto riguarda le mine antiuomo e le bombe a grappolo. Nonostante infatti sia stata uno dei maggiori produttori mondiali di mine negli anni Novanta ha aderito al bando col trattato di Ottawa, ed è stata uno dei primi stati firmatari del trattato di Oslo del 2010 con cui si mettevano al bando le bombe a grappolo, o cluster bombs. Tuttavia sono almeno dieci anni che sta discutendo, senza s



