Sul voto ai 16enni e lo ius soli «avanti senza indugio», ma soprattutto addio ai capigruppo della Camera e del Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Enrico Letta ha deciso: arriveranno due donne a guidare i parlamentari del Pd. Lo ha detto nella sua prima intervista su carta al Tirreno, il quotidiano toscano per eccellenza: «del mio territorio», ha scritto lo stesso segretario nato a Pisa. Finora si era concesso solo interviste tv a Propaganda Live e Che tempo che fa, e sui social network, dove in mattinata ha reso ancora più chiaro il concetto.

Il nuovo segretario del Pd non si muove senza lanciare segnali precisi, in questo caso dalla scelta del giornale per ribadire la “prossimità” alle realtà locali, fino alle nomine. L’attenzione ai giovani proclamata nel suo discorso prima della nomina la metterà in pratica lui stesso, scegliendo quattro suoi studenti universitari per il suo staff. Le necessità che perseguirà il suo Pd sono tre: «Alla fine posso sintetizzarle con tre titoli: i giovani, la questione femminile, la sostenibilità dello sviluppo». Sulle alleanze inoltre non ha intenzione di cedere alle proteste di Matteo Renzi sul Movimento 5 stelle: «Se si va da soli si perde. Vogliamo unire la sinistra e lavorare a un discorso comune con i Cinque stelle. Ma senza veti. Battere le destre sarà difficilissimo, non possiamo dividerci». Quello di Renzi è l’«atteggiamento sbagliato. Non è il nostro. Noi vogliamo aprire alleanze. Non mettiamo veti, non ne vogliamo».

Letta non dimentica di citare il suo rapporto personale con la Chiesa: «Sono cresciuto con gli insegnamenti dell’attuale vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, quando ero all’Azione cattolica di Pisa».

Questione capigruppo

Mentre Brando Benifei è stato riconfermato capogruppo all’europarlamento (si era prima fatto da parte da solo) alla Camera e al Senato Letta ha deciso di portare la rivoluzione. «Questa settimana i gruppi ne discuteranno. Quando sono arrivato ho detto che c’è un problema enorme di presenza femminile nel nostro partito: tre ministri sono uomini, io sono un uomo. Penso che per forza di cose due capogruppo debbano essere due donne. Non possiamo fare una foto di gruppo del vertice del partito e presentare volti di soli maschi. In Europa sono cose che può fare Viktor Orbán in Ungheria o Mateusz Morawiecki in Polonia». Per Delrio e Marcucci ha detto ancora «non è una bocciatura. Sono fra le figure di maggiore rilievo che abbiamo, hanno lavorato benissimo e potranno tornare utilissimi in altri ruoli. Siamo intorno alla metà della legislatura ed è giusto lasciare spazio a due donne». I nomi, ha assicurato, non li sceglierà lui: «Assolutamente no. Ai gruppi suggerisco che votino e scelgano senza drammi. Non le indico io le capogruppo, le scelgano».

Le nuove tessere

In un passaggio, Letta ha fatto sapere che le iscrizioni da quando è diventato segretario sono cresciute: «In pochi giorni abbiamo decuplicato le tessere on line. Lunedì (22 marzo, ndr) sarò in video con una tv locale di Como dove darò il benvenuto a un signore di 87 anni, Giuseppe Guzzetti, ex presidente di Fondazione Cariplo, ha annunciato che prenderà la tessera. Un bel segnale».
 

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