La politica può e deve fare di più contro i femminicidi, ha ribadito la segretaria del Pd Elly Schlein, ma anche se la presidente del Consiglio Giorgia Meloni le ha dimostrato apertura nella telefonata di due giorni fa, ha detto all’evento l’Europa di Domani, ancora mancano i fondi e sull’educazione sessuale è ancora presto per dire come andrà a finire. «Davanti a questa mattanza – ha detto rispondendo al direttore Emiliano Fittipaldi - non basta la rabbia, non basta la condanna, non basta l’indignazione. Dobbiamo fare ancora tanto per la prevenzione». Per questo «abbiamo ottenuto una prima apertura sulla formazione ma mancano le risorse».

Sulla repressione i lavori sono già partiti: «È stata appena approvata al Senato la legge che affina gli strumenti del codice rosso, ma non basta. Abbiamo fatto ieri sera al Nazareno un’assemblea di ascolto dei centri anti violenza, e da loro non si può prescindere per costruire un percorso credibile». Prevenzione, ha spiegato, «significa formare le forze dell’ordine, gli operatori, e per questo servono le risorse. Mi sono rivolta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiederle di trovare una strada comune sulla prevenzione, affinché non ci sia una donna che quando va a denuncia non sia presa sul serio e non ci sia una valutazione inadeguata del rischio».

Stallo sull’educazione

Sull’educazione «c’è ancora distanza», anche se è stato approvato un ordine del giorno del Pd su questo argomento per la calendarizzazione rapida di disegni di legge ad hoc: «Noi vogliamo che l’educazione all’affettività diventi obbligatoria e strutturale, e che non sia né episodica o extracurriculare», un riferimento al piano messo in campo pochi giorni fa dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Noi siamo disponibili a cose fatte con criterio. Io ho fatto una richiesta, se Meloni è disponibile dovete chiedere a lei. Al Senato è stato votato un odg, alla Camera si muove qualcosa, ma è presto per dire se c’è una disponibilità effettiva su una legge per noi indispensabile».

Il Pd parteciperà alla manifestazione di sabato organizzata da Non una di meno a Roma e Messina. I rischi di una piega anti-israeliana non preoccupano la leder democratica: «Noi abbiamo una posizione molto chiara, non strumentalizzerei quella manifestazione, non ci interessano le polemiche. Il Pd è sempre stato in quella piazza e parteciperà alla manifestazione. Io sono a Perugia la mattina, vedremo se riuscirò a partecipare anche a quella».

Una manovra contro le donne

Nella legge di Bilancio, ha detto la segretaria del Pd (ricordando che il suo partito ha presentato 1.103 emendamenti) hanno fatto delle scelte sbagliate: «È una manovra che colpisce le pensioni, fa cassa sulle persone con disabilità, sui poveri, è ingiusta anche verso le donne perché restringe i requisiti per Opzione donna e Ape sociale».

Ma non solo: «Questa manovra, se la leggiamo in controluce, quando taglia sulla sanità, sugli Enti locali e sulle Regioni, quando tradisce le promesse sugli asili, taglia le pensioni delle donne e aumenta le tasse su assorbenti e prodotti per l'infanzia sta colpendo in faccia le donne perché, se tu tagli il welfare, i servizi educativi e la non autosufficienza ci sarà qualcuno in famiglia su cui tutto questo graverà, e saranno le donne, soprattutto al sud».

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