- In un intervento precedente. Luigi Zanda ha sottolineato le scissioni di Bersani e di Renzi, la legge elettorale, le liste bloccate e la loro gestione, il taglio dei parlamentari, la cancellazione del finanziamento pubblico dei partiti, i limiti dello statuto del Pd.
- Il paradigma della democrazia maggioritaria e di investitura avrebbe dovuto forgiare in tempo utile i partiti e le istituzioni a esso conformi. Non ci si riuscì, per una molteplicità di ragioni e di responsabilità.
- Una discussione anche retrospettiva di una certa portata non può essere elusa. Era stata abbozzata a monte delle primarie intorno alla Carta dei valori Pd, ma è stata colpevolmente interrotta per ragioni di parte.
Ha ragione Luigi Zanda: è tempo di una vera discussione nel Pd. Zanda è persona seria, ha avuto responsabilità di rilievo. Sempre leale e collaborativo con i segretari che si sono avvicendati alla guida del partito, ma sempre ragionando con la sua testa. Su Domani ha messo in fila passaggi critici e, ai suoi occhi, specifici errori non abbastanza elaborati: le scissioni di Bersani e di Renzi, la legge elettorale, le liste bloccate e la loro gestione (esse quantomeno avrebbero dovuto sortire



