«Enzo ha voluto affidarmi la sua battaglia con l’impegno di rinnovare la memoria della sua vita di uomo onesto e perbene. Dal 1988 ho tenuto fede a questo impegno: è stata dura e purtroppo non ho raggiunto molti degli obiettivi prefissati, ma ho evitato, questo sì, che il nome di Tortora venisse dimenticato»
Dopo la rabbia della figlia di Enzo Tortora, Gaia Tortora, l’ultima compagna del volto Rai divenuto simbolo di uno dei più gravi casi di malagiustizia, replica sul documentario Rai a cui la figlia non sarebbe stata invitata a partecipare: «Non avrei mai voluto entrare in questa sterile polemica con Gaia Tortora ma la verità, la dignità mi obbligano a farlo. Sono erede di Enzo Tortora: erede materiale insieme alle tre figlie, Monica, Silvia e Gaia, erede morale (insieme a Marco Pannella e altri autorevoli radicali) per la Fondazione sulla giustizia.
Prima di morire, con atto notarile, Enzo ha voluto affidarmi la sua battaglia con l’impegno di rinnovare la memoria della sua vita di uomo onesto e perbene e di denunciare le disfunzioni che avevano reso possibile il processo napoletano.
Dal 1988 ho tenuto fede a questo impegno: è stata dura e purtroppo non ho raggiunto molti degli obiettivi prefissati, ma ho evitato, questo sì, che il nome di Tortora venisse dimenticato. Prova ne è che oggi la Rai produce – direi “finalmente” - un documentario bellissimo, un lavoro che avrebbe voluto anche la partecipazione di Gaia (non è credibile la sua esclusione da parte della Rai!) se lei non avesse preferito “non sapere”.
E rinunciare a una operazione verità, di grande pregio, con esplicite e chiare dichiarazioni di personaggi importanti, giornalisti, giuristi, politici, testimoni diretti di quella triste vicenda, avvalorata poi da un eccezionale colpo giornalistico: per la prima volta rilascia un’intervista televisiva il giudice Michele Morello, l’uomo che senza enfasi mediatiche, con la forza della sua cultura giuridica e la pace della sua coscienza, studiò le carte processuali che avevano condannato Tortora riportando la vicenda giudiziaria sui binari della verità.E della piena assoluzione.
La Rai è stata ospite con tutti noi del presidente della Camera, Lorenzo Fontana e, fra gli altri, sono stati invitati tutti i parlamentari, di destra e di sinistra: qualcuno è venuto, molti sono stati trattenuti dagli importanti lavori d’aula. Ma la sala era ugualmente gremita di donne e uomini che si sono commossi, si sono indignati. Di persone che hanno capito quale abominio fu costretto a vivere Enzo. E questo è importante.
La battaglia di Enzo è politica, ma non di parte. Di tutta quella politica che vuole farsi carico delle necessarie e urgenti riforme per la giustizia proprio nel nome di Enzo Tortora».
© Riproduzione riservata


