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L’ombra dei clan sulle gare per le mascherine del Lazio

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I funzionari di Zingaretti hanno fatto un contratto da 27 milioni di euro con una ditta di Taranto per mascherine, camici e tute. Gli investigatori dell’antimafia dicono che tra i soci ci sono «personaggi legati alla camorra e a cosa nostra». Il titolare: «Ora l’azienda è vergine, pulita come un fiore»

  •  Tra i soci della ditta che ha fornito le mascherine alla regione Lazio personaggi legati ad «ambienti criminali», è la pista seguita dagli investigatori antimafia.
  • All’azienda sarebbero dovuto andare 27 milioni per la consegna di 6 milioni di mascherine e quasi 2 milioni tra camici e tute. Sono arrivate solo le prime, ma ha già incassato dalla regione 4,9 milioni. 
  • «Abbiamo fatto ingiunzione di pagamento», dice il titolare della società, che aggiunge: «Ora l’azienda è vergine, pulita come un fiore».

Milioni di mascherine vendute alla regione Lazio da una ditta sospettata dall'antimafia di avere legami con la criminalità organizzata. Con affiliati a camorra, cosa nostra e gruppi di narcotrafficanti. Un’azienda, la Internazionale Biolife, con 3 dipendenti, un fatturato di appena 330 mila euro e un utile nel 2017 di mille euro, che è riuscita a firmare con l’ente guidato da Nicola Zingaretti un contratto da 27 milioni di euro, incassandone (finora) quasi 5 milioni di euro. Andiamo con ordine,

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