Da blocco compatto e spinto nei sondaggi fino quasi al 50 per cento dei consensi, in piazza in piena pandemia per chiedere il ritorno alle urne, ora il centrodestra prosegue in ordine sparso.

L’ultima giravolta è quella del leader, Matteo Salvini: dai gradini del tribunale di Catania dove è imputato per sequestro di persona nel caso Gregoretti, si è lasciato scappare l’apertura a un governo di emergenza «per aiutare il Paese» e accompagnarlo al voto. Un cambio di strategia repentino quanto inaspettato da parte del segretario della Lega, ma il segno che nemmeno più lui crede sia possibile andare a votare prima della fine della legislatura. Del resto, la finestra per un ritorno alle urne è strettissima: da giugno 2021 scatterà il semestre bianco in cui il presidente della Repubblica non potrà sciogliere le camere ed è difficile immaginare di uscire dalla crisi pandemica prima dei primi mesi del 2021. Ieri Salvini ha provato a ridimensionare la dichiarazione, spiegando che «nessuno vuole andare al governo con Conte, col Pd o coi Cinque stelle, semplicemente è nostro dovere aiutare il Paese in un momento di grande difficoltà», ma non ha placato i sospetti degli alleati.

I sospetti di Meloni

Il cambio di rotta, evidentemente non condiviso con Forza Italia e Fratelli d’Italia, ha suscitato reazioni opposte. La leader di Fdi, Giorgia Meloni, ha immediatamente replicato con una dura intervista al Corriere della Sera, in cui ha detto: «È un momento troppo grave per potersi permettere tatticismi esasperati o fughe in avanti». Tradotto: nessuno si sogni di cambiare le carte in tavola. Che l’uscita di Salvini la abbia irritata è chiaro e la leader di Fdi è pronta a chiederne conto già in settimana, quando il centrodestra presenterà le sue proposte per la legge di Bilancio.

Un’apertura di questo tipo, infatti, fa pensare che la Lega sarebbe disposta a tornare all’antico patto coi Cinque stelle che permise la nascita del primo governo Conte e anche solo parlarne è «un passo indietro per il centrodestra». Meloni, tuttavia, sa che il leader della Lega sta attraversando un periodo complicato – tra processi personali e inchieste sui fondi del partito – e che questo, nel medio periodo, potrà essere un vantaggio proprio per Fdi, l’unica forza che continua a crescere nei sondaggi e che potrebbe intercettare l’elettorato leghista disorientato. Non a caso, Meloni ribadisce sempre la sua coerenza: sempre all’opposizione di qualsiasi governo non di centrodestra, sempre sulla linea del ritorno alle urne «per restituire la parola ai cittadini».

La gioia di Forza Italia

Di tutt’altro avviso, invece, Forza Italia. Davanti all’ipotesi di un governo di emergenza a cui Salvini non sarebbe contrario, il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani si è detto «contento», perché Fi è la «forza moderata del centrodestra che più ha voluto confrontarsi con il governo non per sostenerlo ma per risolvere i problemi». L’apertura del leader leghista andrebbe esattamente in questa direzione, nonostante proprio la Lega nelle settimane scorse avesse poco gradito la fuga in avanti di Fi. Che le urne siano la soluzione meno gradita al partito di Berlusconi è cosa nota: stretto tra due alleati forti e in difficoltà sia organizzativa che di consensi, Fi avrebbe tutto da perdere con un voto anticipato. E che proprio Salvini lo allontani è una garanzia in più.

Ad aumentare la confusione, tuttavia, ci si mette la maggioranza e in particolare il Pd: se da un lato il gruppo dirigente vicino al segretario Nicola Zingaretti continua a ripetere che «dopo il governo Conte bis ci sono solo le urne», all’interno dei gruppi parlamentari si dice anche altro. A dargli voce è il capogruppo in Senato, Andrea Marcucci: «Al Senato ogni voto in più è benedetto – ragiona -. C’è un dialogo con una parte dell’opposizione, più istituzionale e più interessata a dare una mano al Paese, se questo dialogo prosegue, è un bene per tutta la maggioranza».

L’interrogativo vero, tuttavia, è quanto di questo rincorrersi di dichiarazioni possa poi concretizzarsi. Certo è che questa sarà la settimana dei chiarimenti: sia dentro la maggioranza che nel centrodestra. Oggi Salvini ha convocato la segreteria della Lega per analizzare la situazione e progettare una nuova strategia. Poi, però, verrà anche un faccia a faccia tra i tre leader dell’opposizione: formalmente per discutere e presentare le proposte comuni per la legge di Bilancio, ufficiosamente per chiarire una linea politica comune che ormai non c’è più.

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