- È noto il sottofinanziamento dell’università italiana. Meno noto è che in seguito alla riforma Gelmini è molto cambiata la struttura dell’università che attualmente è costituta in maggioranza da professori associati. Questo è un problema perché restringe strutturalmente il numero del personale universitario
- Uno degli ultimi atti del governo Draghi va nella stessa direzione: avendo irrobustito le figure junior (ricercatori) le ha rese più onerose per i dipartimenti
- Dato che non è previsto un aumento del finanziamento universitario, per stabilizzare il personale in tempi ragionevoli bisogna reintrodurre la figura il ricercatore a tempo indeterminato
La piramide rovesciata è un’immagine che ben rappresenta l’Italia degli ultimi decenni. Previsione quasi sicura di un futuro in cui ci saranno più pensioni da pagare che contribuenti attivi, la piramide rovesciata raffigura l’emblema di un sistema in disequilibrio e incapace di mantenersi nel tempo. Tra le storture demografiche e di selezione perversa l’università occupa un posto a sé. Sopravvissuta ai corposi tagli del duo Moratti-Gelmini, che hanno fatto diminuire il corpo docente del 15per c



