Alla fine è stata la premier, Giorgia Meloni, a frenare la norma circolata nei giorni scorsi: non ci saranno prelievi forzosi dai conti correnti per chi ha debiti con l’erario. Sul tema si era discusso per l’intera giornata di giovedì, con Lega e Forza Italia che avevano fatto pressione per eliminarla.

Meloni è a Bruxelles dove dovrà confrontarsi con gli altri leader europei sulla crisi mediorientale, le tensioni tra Kosovo e Serbia, il sostegno per l’Ucraina, i rischi per la sicurezza e il dossier migranti. Ma l’attenzione sul confronto per la legge di Bilancio è alta, in attesa che la manovra arrivi in parlamento nel weekend. Le recriminazioni non arrivano solo dall’opposizione, ma innanzitutto dagli alleati

Il dietrofront

Così il primo a definire «non attendibili» le bozze circolate nei giorni scorsi è il ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti, in una nota diffusa giovedì. Intanto la Lega chiede uno sforzo in più sulle pensioni e Forza Italia sugli affitti brevi.

Ma il vero dietrofront arriva appunto innanzitutto sui prelievi forzosi. La norma che era circolata nella bozza prevedeva la possibilità del «pignoramento telematico» dopo i mille euro di debito con il Fisco. Il primo chiarimento è arrivato da fonti di Palazzo Chigi, giovedì sera.

Ha puntualizzato che la notizia «secondo la quale in legge di bilancio sarebbe presente una misura che consentirebbe all’Agenzia delle entrate di accedere direttamente ai conti correnti per recuperare le imposte non pagate è totalmente priva di fondamento», la manovra «si limita a prevedere la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per efficientare strumenti già esistenti».

Il veto di Meloni

Poi da Bruxelles la premier mete il veto definitivo, scrivendo su Facebook: «Avviso ai naviganti: nella legge di bilancio non c’à la misura che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate. Consiglio di non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali».

Definire “sentito dire” le bozze circolate nei giorni scorsi è un modo perfetto per tentare di nascondere gli scontri interni alla maggioranza, su un testo che continuerà ad essere oggetto di trattative, fino a quando sarà definitivamente blindato.

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