Il segretario del Partito socialista italiano, Enzo Maraio, è arrivato a Roma dieci giorni fa, alle prime avvisaglie di collasso del governo, subito dopo le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Oggi che la crisi si è concretizzata dice: «Le dimissioni di Conte rappresentano un atto di grande responsabilità, una crisi aperta trova un punto di equilibrio nelle mani del capo dello stato». Il senatore del Psi, Riccardo Nencini, nel 2019 ha permesso a Renzi di avere un gruppo al Senato, Iv-Psi, ma a differenza dei senatori di Italia viva, ha votato in extremis il suo sì al governo Conte dopo “il var”. Adesso non solo insieme sostengono Conte, ma si augurano «un patto di legislatura che ci porti fino a fine mandato che dia anche il senso dello sforzo che dobbiamo mettere per arrivare al 2023» e fanno pressioni su Matteo Renzi perché si ravveda.

La vecchia maggioranza

«Serve un governo autorevole, credibile, di natura politica che riparta dalla maggioranza che ha governato il paese in questi ultimi tempi che abbiamo confermato con il voto di fiducia: si deve ripartire da un governo politico credibile, una maggioranza coesa e forte senza veti e pregiudizi» dice Maraio. Sulle ipotesi di un nuovo gruppo al Senato di responsabili commenta: «Non è il tempo di maggioranze vinavil senza una piattaforma politica programmatica, raccogliticce ci sono troppi dossier in campo, dai vaccini alle scuole, il lavoro, lo sviluppo. Ora deve prevalere il senso di responsabilità che sono certo è quello che garantirà il capo dello stato». Si attende il calendario di Sergio Mattarella. Il presidente dovrebbe convocare i gruppi, ma in questo caso non è certamente compatto, una situazione che di solito si presenta nel gruppo misto: «Noi dobbiamo vedere il calendario che metterà in campo il presidente Sergio Mattarella, abbiamo il gruppo con Italia viva ma abbiamo votato in maniera diversa». Il capogruppo di Iv-Psi al Senato è Davide Faraone, tra i più renziani. Comunque «è evidente che non abbiamo condiviso i tempi e le modalità di avvio di una crisi al buio che non fa bene all’Italia – continua il segretario del Psi -. Siamo stati sempre nella condizione di affrontare questa crisi senza pregiudizi. Abbiamo avuto diversità di vedute sull’apertura della crisi, e oggi mi auguro che il senso di responsabilità venga adottato e rispettato da tutte le forze politiche della vecchia maggioranza». Adesso «non è all’ordine del giorno la rottura del gruppo in questa fase». Ma avverte: «Non è nell’agenda politica sciogliere il gruppo, ma è evidente che l’evoluzione e l’agenda politica ci farà capire se possiamo e dobbiamo continuare. Io sono nella logica della costruzione e mi auguro che non si prendano posizioni che poi fanno male al paese».

Il partito europeista

Per Maraio «bisogna far prevalere il progetto politico programmatico, per noi si può ripartire da Conte, se qualche partner di maggioranza dovesse continuare in qualche logica personalistica è evidente che non ci troverà al suo fianco». Il governo «deve tenere tutte le forze insieme e mi auguro possa aprirsi a forze nuove, che non siano sovraniste, della destra». Una posizione che però non chiude a Forza Italia: «Non precluderei nessun dialogo costruttivo per una linea di governo seria». Negli scorsi giorni ha sentito il premier Conte e tutte le forze di maggioranza: «Credo che da questo punto di vista Conte sia un punto di equilibrio. Insieme a Nencini, negli ultimi giorni, com’è giusto che faccia il Psi, il più antico partito in Parlamento, abbiamo mantenuto i rapporti con tutti a partire dal premier e da Palazzo Chigi». L’esitazione di Nencini a dire sì, assicura, non è dipesa dall’incertezza sul voto «ma da una riunione contestuale al voto, ma per un dibattito interno legato all’organizzazione democratica del partito. La decisione è stata approfondita in corso d’opera, i contatti con il senatore hanno prolungato l’esito della decisione politica». Prima «abbiamo ascoltato i discorsi di Conte, la replica, le posizioni e gli impegni che aveva assunto. Questo ha portato Nencini ad attendere l’esito della segreteria, e con grande responsabilità, da uomo di partito, ha portato l’esito in Senato».

Adesso Maraio spinge per un segnale da Italia viva: «Certo è che c’è bisogno da parte di Matteo Renzi e di Italia viva di un segnale di responsabilità verso una nuova fase e un nuovo percorso verso un nuovo governo che sappia dare le risposte del caso al paese. Lo scioglimento del gruppo non è all’ordine del giorno, non lo è mai stato, ma è chiaro che oggi ci aspettiamo un cambio di marcia». 

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