Un patto clientelare fra nomine, candidature e appalti, che include il leader del movimento I democratici, Enzo Sculco, responsabile dell’Udc, finito questa mattina agli arresti domiciliari, e l'allora presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, del Pd, indagato. Con il primo che avrebbe garantito sostegno elettorale al secondo in cambio della candidatura della figlia Flora Sculco al consiglio regionale.

Questo quanto contesta la Procura distrettuale antimafia guidata da Nicola Gratteri a politici e imprenditori coinvolti nell'inchiesta che oggi ha portato ad arresti eccellenti a Crotone e nel resto della Calabria. «Una sequela indeterminata di reati, funzionali ad accrescere ii peso specifico elettorale attraverso incarichi fiduciari, nomine e assunzioni, di matrice esclusivamente clientelare, in enti pubblici, nella prospettiva di ottenere ii voto, nonché affidando appalti anche a imprese i cui titolari avrebbero assicurato l'appoggio elettorale». Tra gli indagati anche l’ex assessore regionale dem Nicola Adamo: in totale 123 persone sotto inchiesta, 43 quelle arrestate.

Non è la prima indagine che coinvolge ex presidente e assessore targati PD. Oliverio, a capo della giunta regionale dal 2014 al 2020, non era stato ricandidato proprio per i suoi guai giudiziari. Oliverio e Adamo erano stati rinviati a giudizio per una serie di appalti a Cosenza (metropolitana leggere e nuovo ospedale) insieme ad Adamo, e a Pietro Ventura, fratello di Maria Antonietta, l’ultima candidata per la regione del centrosinistra, e socio dell’impresa di famiglia.

Tra gli altri nomi eccellenti indagati, Flora Sculco, a sua volta ex consigliera regionale, l’ex assessore comunale di Crotone Giancarlo Devona (Pd) e l’attuale sindaco di Rocca di Neto Alfonso Dattolo (ex Udc oggi Coraggio Italia - Italia al Centro). Gli imprenditori Giovanni Mazzei, Raffaele Vrenna e il fratello Gianni, rispettivamente ex presidente e attuale presidente del Crotone Calcio.

E ancora dirigenti della Regione Calabria e dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone. Quindi il boss dell'omonima cosca di Papanice Mico Megna e un nutrito gruppo di affiliati.

Gli arresti

Il Ros con il supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali calabresi, ma anche di Potenza, Parma, Brescia, Milano e Mantova e dello squadrone Eliportato Calabria, ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 43 indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso (22 indagati), associazione per delinquere (9 indagati), associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravata dalle finalità mafiose (3 indagati), turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, omicidio, trasferimento fraudolento di valori, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata liberà degli incanti, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, scambio elettorale politico mafioso, truffa aggravata.

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