Coi russi in fuga per via delle sanzioni, tra ville abbandonate e yacht sotto sequestro, a Forte dei Marmi c’era chi temeva un crollo del mercato immobiliare. Macché, il mattone tira ancora, e alla grande. Lo dicono le statistiche che raccontano di un netto aumento delle compravendite negli ultimi 12 mesi.

Ma per chi avesse ancora dei dubbi è arrivata la notizia, svelata da Domani, dell’incredibile affare realizzato da Dimitri Kunz, fidanzato di Daniela Santanchè, e Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Come abbiamo scritto ieri, i due soci hanno comprato una villa per 2,45 milioni di euro per poi rivenderla subito dopo a 3,45 milioni. Un milione di plusvalenza, a cui vanno detratti circa 250 mila euro di imposte, guadagnati con un’operazione lampo che più lampo non si può.

La notizia del sorprendente affare è arrivata mentre Santanchè è costretta difendersi dalle accuse di malagestione delle sue aziende affiancata anche in più di un’occasione proprio dal suo vecchio amico La Russa, che di mestiere fa l’avvocato.

Insomma, tra le due famiglie, quella della ministra e quella della seconds carica dello Stato, c’è una vecchia consuetudine di rapporti, ma le rivelazioni sulla plusvalenza made in Versilia gettano una luce diversa sull’amicizia dei due colleghi di partito, uniti dalla politica ma anche dagli affari di famiglia.

Recupero credito

Ebbene, stando ai documenti ufficiali l’acquisto e la rivendita sono avvenuti a 58 minuti di distanza uno dall’altro, tra le 9.20 e le 10.18 del 12 gennaio scorso. «Il mercato a Forte va così», si è giustificato, interpellato da Domani, l’imprenditore Antonio Rapisarda, che senza batter ciglio ha rilevato la cassa messa in vendita in gran fretta dalla coppia Kunz-De Cicco.

Rapisarda, va detto, investe da anni in immobili ed è un habitué della Versilia, ma di fronte a un guadagno del 40 per cento nell’arco di un’ora, roba da speculatori in criptovalute, si fa comunque fatica a credere alla versione minimalista, quella che attribuisce il merito della maxispeculazione alle insondabili forze del libero mercato.

E allora, fatta la doverosa premessa che dalle carte consultate da Domani non emerge nulla che faccia pensare alla minima irregolarità, conviene allineare numeri e date per capire se davvero, come ieri ha ipotizzato Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Pd, l’affare milionario svelato da Domani sarebbe una sorta di «recupero credito» avvenuto mentre le aziende del gruppo Visibilia di Daniela Santanchè, amministrate anche da Kunz, affondavano nei debiti.

Bisogna quindi riavvolgere il nastro della storia e tornare all’estate dell’anno scorso, proprio di questi tempi, quando la fortunata (eufemismo) operazione prese le mosse.

Risale infatti al 20 di luglio il contratto preliminare tra, da una parte, il compagno della ministra affiancato dalla moglie del presidente del Senato, e dall’altra il sociologo Francesco Alberoni, 93 anni, rappresentato dall’avvocato Elisabetta Nati.

In quell’occasione, si legge nelle carte ufficiali, era stato concordato un prezzo di 2 milioni e 450 mila euro per la villa, una palazzina immersa nel verde del parco della Versiliana di 350 metri quadrati su tre livelli, con ampio giardino e piscina.

Gli aspiranti compratori, peraltro conoscevano bene le caratteristiche dell’immobile, perché, come confermano gli atti, già da due settimane avevano libero accesso alla casa, di cui avevano già ricevuto le chiavi «al fine di curare la manutenzione del giardino».

Paracadute Rapisarda

Nulla di strano, se non fosse che in quegli stessi giorni Kunz vedeva avvicinarsi a gran velocità la macchina infernale dei debiti e delle perdite di Visibilia editore, di cui era stato nominato presidente e amministratore delegato alla fine del 2021, dopo l’uscita di scena della fidanzata Santanché.

A giugno del 2022, i revisori di bilancio si erano rifiutati di esprimere un giudizio sui conti della società. E a stretto giro di posta era anche arrivata la denuncia di «gravi irregolarità» da parte dei soci guidati da quel Giuseppe Zeno, con residenza alle Bahamas, destinato a trasformarsi nel più accanito accusatore della imprenditrice ministra del Turismo. In altre parole, Kunz e la compagna erano chiamati a far fronte a importanti impegni finanziari per salvare le aziende di famiglia, ma si impegnano comunque in un affare immobiliare dagli esiti incerti. Questo almeno è quello che emerge dai documenti consultati da Domani.

A questo punto però la storia prende una svolta improvvisa. Tempo tre mesi e spunta all’orizzonte Antonio Rapisarda, un imprenditore che, come ha confermato a Domani, conosce da una vita Kunz e ha rapporti anche con i La Russa.

A tempo di record viene quindi stipulato un nuovo contratto preliminare, questa volta per vendere la villa al nuovo pretendente. Il prezzo? No problem. Rapisarda è pronto a sborsare un milione in più di quanto promesso (e non ancora versato) dalla coppia Kunz-De Cicco. Anche la vicenda Visibilia prende velocità. A novembre arriva la richiesta di fallimento da parte della procura di Milano. I debiti, a cominciare da quelli con il Fisco, pregiudicano il futuro della società editrice, è il giudizio dei pm.

Il crac

Per evitare il crac Santanchè sarà quindi costretta a fare cassa in gran fretta, tra l’altro mettendo in garanzia dei pagamenti ai debitori anche la sua casa milanese, valutata sei milioni. Prima ancora, però, è il suo compagno Kunz, mentre è ancora al timone di Visibilia editrice, a fare il pieno di denaro fresco. Il 12 di gennaio, con un ritardo di due settimane rispetto alla tabella di marcia fissata nel preliminare, i due contratti, l’acquisto e la successiva vendita, vengono firmati a distanza di un’ora uno dall’altro.

I documenti ufficiali lasciano supporre che la plusvalenza è stata spartita a metà tra il compagno di Santanchè e la signora La Russa. Mezzo milione ciascuno, al lordo delle tasse. Mentre creditori e dipendenti di Visibilia potrebbero dover attendere ancora anni, prima di ricevere il dovuto.

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