Fino a ieri erano gli angeli del Covid-19, ma il personale sanitario, a partire dai medici si prepara a scendere in piazza contro Giorgia Meloni e il governo entro la metà di dicembre perché la legge di Bilancio, hanno denunciato ieri le sigle in un comunicato intersindacale, pensa solo alle bollette e alla pandemia, mentre non sono previste assunzioni nonostante la situazione sia critica.

Peggio ancora, spiega Andrea Filippi, segretario nazionale di Fp Cgil Medici, in mancanza di nuovo personale «si innescherà una competizione coi medici gettonisti che guadagnano il triplo, e la flat tax così come oggi è concepita indurrà i medici a dimettersi perché guadagnerebbero molto di più».

Mentre Salvini festeggia la tassa piatta, alla sanità del 2023, vengono destinate sì più risorse, ma solo per bollette, vaccini e farmaci anti Covid. Non per servizi e personale. Anche la promessa indennità di pronto soccorso, si legge nella bozza, viene rinviata al 2024 e infine «niente per il Contratto di lavoro 2019-2021, che prevede incrementi pari a un terzo del tasso inflattivo attuale, e nessun finanziamento per quello 2022-2024».

Un malato terminale

Le condizioni di lavoro dei dirigenti medici, veterinari e sanitari, denunciano le sigle, sono divenute insopportabili, così il Ssn verrà ridotto «a malato terminale». Secondo le stime, sul fronte ospedali e Asl mancano 50mila infermieri e 10mila medici e dirigenti: «Per non parlare dei medici di medicina generale», aggiunge il sindacalista. Finora non c’è stato nessuno scambio tra la categoria e l’esecutivo. La settimana scorsa, racconta Filippi, è stato chiesto un incontro al ministro della Salute, Orazio Schillaci, ma la richiesta è rimasta senza risposta. E così già ieri si lavorava per prenotare la piazza, forse piazza di Monte Citorio: vorrebbero protestare davanti alla Camera.

Sul tema è intervenuto anche Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe, che ha stimato che 1,4 miliardi sui due di aumento previsti dal governo per i prossimi due anni saranno necessari solo le bollette. Di fronte a una situazione che mina il diritto costituzionale alla salute, i medici sono pronti allo sciopero. Ma la sanità non può mai venire meno, e con l’emergenza personale anche protestare è complicato: «Non abbiamo neanche i contingenti per garantire il diritto allo sciopero».

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