- La premier non vuole incidenti in occasione della festa nazionale della Resistenza e schiera ministri e dirigenti alle celebrazioni.
- Ma partigiani e alleati (da Fini a Fontana) fanno pressione affinché oggi dica parole definitive contro il Ventennio di Mussolini.
- Meloni però è in una situazione difficile: se taglia completamente le radici del suo partito, rischia di perdere dirigenti e lo zoccolo duro dei suoi sostenitori.
Nel giorno in cui si celebra la festa della liberazione, l’attenzione sulla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è ai massimi livelli. Impegnata in un delicato processo di normalizzazione dell’eredità post-fascista del suo partito, la premier ha chiamato a raccolta ministri, presidenti di regione e dirigenti affinché partecipino alle celebrazioni per il 25 aprile ed evitino ulteriori polemiche. Ma allo stesso tempo, Meloni si trova in difficoltà a rinnegare del tutto le radici del suo p



