«Non accettiamo compromessi, al Quirinale vogliamo un patriota». Giorgia Meloni ha chiuso così la festa di Atreju, ieri a Roma, dettando le condizioni di Fratelli d’Italia per il voto del prossimo capo dello Stato. La descrizione è abbastanza generica, tanto che in serata Enrico Letta, segretario del Pd, su Twitter condivide una foto di Sandro Pertini (ex presidente della Repubblica che è stato segretario del partito socialista) e l’hashtag “patriota”.

Meloni intende però che il peso politico della prossima elezione dovrebbe essere in mano al centrodestra: «La pacchia è finita», dice. «Quello che è stato fatto in passato, col Pd che sull’elezione del capo dello Stato se l’è sempre un po’ cantata e suonata, non accadrà».

Intanto però serve mantenere unito il fronte del centrodestra che ancora rischia di dividersi, anche a causa dell’autocandidatura di Silvio Berlusconi.

Al contrario, per Meloni proprio l’ex Cavaliere potrebbe rispondere alla descrizione perfetta di “patriota”: «Ha difeso l’interesse nazionale ed è stato mandato a casa dalle consorterie europee, perché si rifiutava di sottoscrivere accordi penalizzanti per l'Italia». Non sarebbe insomma soltanto un “candidato di bandiera”, ma il nome capace di mettere d’accordo il centrodestra.

Meloni in realtà non esclude ancora la possibilità che anche Mario Draghi rientri nella stessa descrizione: «Non ho ancora elementi per dire se sia o meno un patriota», dice. «Lo capiremo da dossier importanti come Tim, autostrade e Borsa italiana».

 

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