Un consiglio dei ministri lampo, durato meno di un’ora, ha dato il via libera a una serie di piccole correzioni in materia di energia, bollette e benzina. Ritocchi per dare ossigeno alle famiglie, secondo il governo, ma poco più di un passaggio obbligato in vista della vera tappa della settimana. Domani, infatti, sarà in Cdm la nota di aggiornamento al Def, che il giorno successivo arriverà in parlamento e darà ufficialmente il via ai lavori per la manovra di bilancio.

Secondo fonti dell’esecutivo, le misure varrebbero circa 1,3 miliardi di euro, tra cui c’è la proroga delle misure contro il caro bollette per le famiglie, il sostegno per i trasporti con il rifinanziamento del bonus del trasporto pubblico locale da 60 euro, la copertura economica delle borse di studio per gli studenti idonei non beneficiari e la social card “Dedicata a te” estesa anche all’acquisto di carburante.

Si tratta tuttavia di misure necessariamente ridotte viste le ristrettezze del bilancio e che riguardano una fascia esigua di famiglie, con un rischio forte: che i benefici vengano poi azzerati dall’inflazione.

Tra gli articoli del decreto spicca anche un condono, che cade sotto la formula del «ravvedimento operoso», per tutti i negozi che hanno commesso violazioni su scontrini, fatture o ricevute fiscali dal gennaio 2022 al giugno 2023. Potranno essere regolarizzate entro il 15 dicembre, eseguendo spontaneamente il pagamento dell’imposta dovuta, degli interessi e della sanzione in misura ridotta. In questo modo, non ci sarà la sospensione provvisoria della licenza. «Scongiuriamo la chiusura di 50 mila negozi» (che hanno violato le regole sull’emissione degli scontrini), è ciò che fa filtrare l’esecutivo.

I nuovi bonus

Tornano gli sconti in bolletta per gli ultimi tre mesi dell’anno, ma più ridotti. L’intervento per il metano è quello più pesante economicamente. Torna l’Iva al 5 per cento e si aggiunge l’azzeramento degli oneri di sistema, meno rilevanti in percentuale rispetto a quanto accade per la bolletta elettrica. L’esecutivo ha fissato il costo complessivo per le due misure in 670 milioni.

Per quanto riguarda l’energia elettrica, alla fine il governo ha deciso di rinnovare il bonus sociale lasciando la soglia Isee fino a 15 mila euro (30 mila euro con almeno 4 figli), ma con la nuova formulazione sarà perimetrato a scalare in base alla numerosità delle famiglie.

Secondo i dati dell’Autorità per l’energia (Arera), si tratterà di circa 4 milioni di soggetti, da coprire con 300 milioni. L’impatto si potrà valutare con più precisione il prossimo 28 settembre, quando Arera sarà chiamata a pubblicare il prossimo aggiornamento trimestrale.

In entrambi i casi, sia gas, sia elettricità, per finanziare la misura verranno utilizzate le risorse della Cassa servizi energetici e ambientali, che raccoglie i proventi degli oneri di sistema dalle bollette di imprese e famiglie, ma secondo un articolo ancora non indicato anche grazie a dei risparmi, tramite «la soppressione» di una spesa che nella bozza non era indicata.

Per quanto riguarda le imprese, era inizialmente previsto un articolo per cambiare a partire dal primo gennaio 2024 i sostegni alle imprese energivore, quelle che hanno un grande consumo di energia elettrica. Attualmente godono di riduzioni in bolletta degli oneri, ma l’Unione europea ha modificato in modo significativo le sue linee guida sugli aiuti di Stato a scopi ambientali. Con la nuova formulazione lo sconto dovrebbe variare a seconda dell’utilizzo di fonti rinnovabili. A quanto risulta a Domani da fonti del ministero dell’Economia, anche se per ora la norma è saltata, dovrebbe essere recuperata in un altro provvedimento nei prossimi giorni, forse già nel prossimo Consiglio dei ministri.

È arrivato poi il bonus carburanti. Il testo prevede un aiuto del valore di circa 80 euro erogato attraverso la social card per le famiglie con un Isee che non supera i 15mila euro, per uno stanziamento complessivo di 100 milioni di euro. Non ci sarà quindi per ora il taglio delle accise, nonostante fosse tra le promesse elettorali e persino tra le previsioni del precedente decreto sull’energia.

Il Pnrr

Subito dopo il Cdm, i ministri si sono di nuovo chiusi a palazzo Chigi per la cabina di regia del Pnrr. Dopo l’impellenza della legge di Bilancio, infatti, l’altro passaggio chiave per il governo Meloni sono le modifiche al piano proposte dall’Italia, con un definanziamento da 16 miliardi al vaglio dell’Ue per il quale la risposta è attesa entro fine dicembre. «Stiamo lavorando alacremente per raggiungere gli obiettivi della quinta rata e la revisione complessiva del piano», ha detto in una nota la premier Giorgia Meloni.

In quaranta minuti di riunione, con anche i rappresentanti degli enti locali collegati da remoto, il governo ha esaminato la situazione con riguardo alla terza rata del Pnrr da 18,5 miliardi, certa nel suo conseguimento ma ancora con l’incognita temporale su quando arriveranno i fondi («nei prossimi giorni», secondo palazzo Chigi), mentre è in corso la verifica per il raggiungimento degli obiettivi connessi alla quarta rata da 16,5 miliardi di euro di cui è già stato chiesto il pagamento entro fine anno.

Infine, si è proceduto alla verifica degli obiettivi connessi alla quinta rata da 18 miliardi, che è anche quella interessata dalle modifiche proposte dal governo con l’eliminazione di 6 obiettivi e il differimento temporale di 13. Oggi poi si terranno le riunioni settoriali con le organizzazioni rappresentative del partenariato economico e sociale.

© Riproduzione riservata