Giorgia Meloni dice che non formerà un governo con partiti contrari alla presenza dell’Italia nella Nato e nell’Europa, a costo di rinunciare alla guida dell’esecutivo. Lo ha scritto in una nota diffusa questa sera, dopo la diffusione di una serie di registrazioni audio in cui il suo alleato Silvio Berlusconi parlava in termini amichevoli del presidente russo Vladimir Putin e accusa il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di aver scatenato il conflitto.

Poco dopo è arrivata una nota di risposta di Berlusconi, in cui il leader di Forza Italia ribadisce la sua «scelta atlantica e l’europeismo». Valori che, sostiene, «nessuno può mettere in discussione». Nel messaggio, Berlusconi attacca la stampa e l’abitudine a diffondere «pettegolezzi».

Nel pomeriggio, era stato il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani a confermare la linea pro-Nato ed Unione europea del partito con un tweet. «In tutte le sedi istituzionali non è mai mancato il nostro voto a favore della libertà e contro l’invasione russa», ha scritto Tajani.

Le frasi di Berlusconi erano già state oggetto di pesanti critiche in Europa dopo che in un prima audio pubblicato ieri si sentiva Berlusconi parlare in termini amichevoli del presidente russo Putin da cui diceva di aver ricevuto in dono alcune bottiglie di vodka in occasione del compleanno. Oggi i portavoce della Commissione europea hanno ricordato che le importazioni di alcolici dalla Russia sono sotto sanzioni e promettono di verificare la natura del regalo.

Critiche a Berlusconi e al suo partito europeo, il Ppe, anche dai socialisti e dai liberali. Duri anche i suoi compagni popolari. Per l’europarlamentare del Ppe polacco Andrzej Halicki, Berlusconi deve rimandare indietro la vodka. Per l’estone Riho Terras è ora che Berlusconi vada in pensione. La linea ufficiale del partito, dettata dal vicepresidente Paulo Rangel, non è stata meno fredda: «Abbiamo assoluta fiducia in Tajani», ha detto senza nominare Berlusconi.

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