Il tasso di aborti in Italia è molto basso, lo ha certificato il ministero della Salute ancora una volta quest’estate: nel 2020 è risultato pari a 5,4 interruzioni di gravidanza su mille, con una riduzione del 6,7 per cento rispetto al 2019.

Nonostante questo inoppugnabile dato, Giorgia Meloni continua a fare campagna elettorale promettendo di fare il possibile perché una donna non arrivi alla scelta di abortire, diritto garantito dalla legge 194 del 1978. «Non ho mai detto che voglio toccare la prima parte della legge 194. Mai in tutta la mia esistenza. Non ho detto mai né di voler abolire né modificare la 194 ma di volerla applicare».

Per la leader di Fratelli d’Italia, accanto ai diritti «che la 194 già garantisce vorrei aggiungere un diritto: che le donne che si trovano nella condizione di dover abortire perché non hanno alternative, possano avere quella alternativa». Per lei significa «garantire a una donna la piena autodeterminazione non è autodeterminazione? Io sto aggiungendo un diritto», ha spiegato durate un intervista a "Mezz'ora in più" su Rai 3.

Gli obiettori

Che in Italia l’aborto non sia possibile in tutti gli ospedali è un altro dato accertato, vista l’elevata percentuale di obiettori, che nel 2020 ha toccato nel dettaglio nel 2020 il 64,6 per cento dei ginecologi, 44,6 per cento degli anestesisti e il 36,2 per cento del personale non medico.

A questo si aggiunge che regioni come le Marche, amministrata dal presidente di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli, non hanno voluto adottare l’utilizzo della pillola abortiva Ru486: «Una scelta, di fatto, in aperto contrasto con le linee guida del ministero della Salute, emanate da una apposita Commissione su richiesta del Consiglio Superiore di Sanità», spiegava la sottosegretaria del ministero della Salute Sandra Zampa.

Per Meloni «non mi risulta che sia mai accaduto che una donna che volesse abortire in Italia non abbia potuto farlo», e «anche garantire la libertà di coscienza» dei medici obiettori «è libertà».

Gli incentivi

Meloni solo la settimana scorsa aveva spiegato più nel dettaglio quali sarebbero state invece le mosse che Fratelli d’Italia vuole mettere in campo per limitare l’interruzione di gravidanza. Un fondo «per rimuovere le cause economiche e sociali che possono spingere le donne a non portare a termine la gravidanza». E sostenere i Centri di aiuto alla vita «che fanno un lavoro straordinario e accompagnano le donne nelle loro scelte». Centri che orbitano nella sfera cattolica promossi dal Movimento per la Vita presieduto da Marina Casini Bandini dichiaratamente contro l’aborto.

Il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto sull’argomento da Pontida, il raduno della Lega in provincia di Bergamo. E a sopresa prende le distanze dalla collega d’alleanza in vista delle elezioni del 25 settembre: «Su temi come l'Aborto bisogna tutelare la vita, proteggere la vita e dare a una donna sempre un’alternativa. Ma l'ultima parola spetta sempre e solo alla donna. Nessuno le può togliere l’ultima parola sulla sua vita e sulla vita che nasce». E ha aggiunto: «Non dividiamo il Paese su guerre di religione».

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