Giorgia Meloni si agita poco, concedendosi solo mosse precise e mirate per tenere Fratelli d’Italia in bilico tra l’alleanza di centrodestra e l’opposizione al governo Draghi, di cui i suoi due compagni di coalizione fanno parte. È quello che a fatto subito dopo il passo indietro di Silvio Berlusconi, che ha anche tentato di mettere fuori gioco Draghi sostenendo che debba rimanere a fare il premier.

È stata Meloni, infatti, a mantenere aperta l’opzione Draghi, rifiutandosi di firmare la dichiarazione congiunta a fine vertice, specificando che Fratelli d’Italia non auspica in alcun modo che la legislatura continui.

Il partito di Draghi

Il passaggio lo chiarisce il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida: «Draghi presiede un governo di cui non condividiamo lo spirito e lì ci fermiamo». Tradotto: ci opponiamo al governo Draghi, ma non a Draghi al Quirinale.

Proprio Meloni, infatti, sarebbe tra gli sponsor del premier. Lei guarda con più interesse a palazzo Chigi rispetto che al Quirinale e con Draghi capo dello Stato l’opzione di un voto anticipato si farebbe più vicina. In ogni caso il governo attuale finirebbe, almeno formalmente, in attesa di trovare un nuovo presidente del Consiglio.

Per questo Fratelli d’Italia preferisce tenere saldo un solo punto di principio: la coalizione di centrodestra si deve muovere insieme, su uno stesso nome, ma la spinosa delega alla regia dell’operazione spetta a Matteo Salvini.

Tra Draghi e Moratti

«Siamo consapevoli che non siamo decisivi col nostro 6 per cento», dice Lollobrigida, sgravando il suo partito dalla responsabilità di coordinare i prossimi passaggi. Eppure, quando le verrà chiesto, Meloni ha pronto un nome alternativo da mettere sul tavolo.

Se nel frattempo non sarà ancora maturata la strada preferita di eleggere Draghi al Colle, infatti, il nome di Fratelli d’Italia sarebbe quello di Letizia Moratti. Una candidatura di bandiera di centrodestra utile nelle prime tre votazioni in attesa che si concretizzi il disegno principale.

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