I bambini soli che cercano un posto sicuro attraverso il mare sono in costante crescita, lo raccontano i dati presentati ieri dall’Unicef: da gennaio a settembre oltre 11.600 piccoli migranti hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l'Italia senza i loro genitori o tutori legali. Si tratta di un aumento del 60 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef che di recente è stato in missione a Lampedusa, rispondendo a Domani, ha lanciato l’allarme sul decreto Meloni appena approvato che interviene sul fronte accoglienza.

L’età di arrivo è scesa: «Molti dei bambini che ho incontrato avevano meno di 15 anni». Le misure approvate dal Consiglio dei ministri due giorni fa prevedono che in casi di mancanza di posti dedicati, i ragazzi di 16 e 17 anni vengano collocati nei centri per adulti. Iacomini però spiega: «Bisogna evitare che minorenni siano accolti in strutture non adeguate, in condizione di promiscuità con adulti e senza accesso al supporto di cui hanno bisogno per le loro necessità specifiche, con figure professionali dedicate. Aumentano infatti i rischi per la loro protezione, in un ambiente meno tutelato e meno incentrato sui bisogni specifici dei minorenni».

Una situazione che è già realtà «in alcuni contesti emergenziali, dato il sovraffollamento delle strutture di seconda accoglienza e la necessità di trasferire velocemente i minori dall’hotspot».

Tra le nuove norme, anche un pacchetto per il riconoscimento dell'età tramite gli accertamenti medici. I rappresentanti della struttura delle Nazioni Unite, non sono tranquilli: «Esprimiamo preoccupazione su alcune delle misure previste dal nuovo Decreto Legge che rischiano di compromettere le garanzie previste per i minori stranieri non accompagnati sulle quali non si dovrebbe tornare indietro».

Bisogna invece, dice Iacomini, «garantire che l’accertamento dell’età sia effettuato soltanto in caso di fondati dubbi, e nel pieno rispetto della dignità delle persone coinvolte». Il sistema normativo attuale, specifica, prevede specifiche garanzie a tutela di questa fase molto delicata.

Gli hotspot

Ai pericoli del mare si aggiunge la necessità di spostarli al più presto dall’hotspot, dove non è detto che ci siano tutti servizi necessari: «Anche se la Croce Rossa ha sicuramente migliorato le condizioni», ha spiegato il coordinatore risposta Unicef in Italia, Nicola Dell’Arciprete. Servono non solo percorsi specifici, ma anche di affido. Attualmente «esiste un problema di capacità», ma «nelle strutture emergenziali è difficile garantire i servizi minimi. Ci stiamo adoperando per cooperare con le istituzioni perché i minori di 14 anni non siano inclusi in quelle strutture».

Più di 21.700 minorenni non accompagnati in tutta Italia si trovano in strutture di seconda accoglienza, rispetto ai 17.700 di un anno fa. Intanto la strage continua: dall’inizio dell’anno almeno 289 bambini sono morti e scomparsi nel Mediterraneo.

Almeno 990 persone risultano disperse tra i flutti da giugno ad agosto. Serve una risposta a livello europeo e corridoi sicuri: «Il mar Mediterraneo  – ha sottolineato Regina De Dominicis, direttore regionale dell'Unicef per l'Europa e l'Asia centrale – è diventato un cimitero per i bambini e il loro futuro. Il tragico bilancio delle vittime tra i bambini in cerca di asilo e di sicurezza in Europa è il risultato di scelte politiche e di un sistema migratorio in crisi».

La mancanza di soccorso coordinato, e cooperazione per gli sbarchi, aggravano i pericoli che i bambini corrono durante la traversata. Il dibattito in corso tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell'UE sul Patto europeo sulla migrazione e l’asilo, secondo l’Unicef, rappresenta un’opportunità.

Le Ong

Dopo giorni di pausa per via del mare mosso, sono ricominciati i viaggi, e i salvataggi delle Ong. La Geo Barents ha soccorso giovedì 61 persone da un barcone in difficoltà in zona di salvataggio libica. Tra loro, 5 minori non accompagnati. Nonostante questo le autorità italiane hanno assegnato Civitavecchia per lo sbarco.

Sea Bird, l’aereo da ricognizione della Ong Sea Watch, ha denunciato di aver «assistito, di nuovo, alle atrocità della cosiddetta guardia costiera libica che ha speronato e distrutto un gommone in difficoltà. Circa 50 persone sono state riportate in Libia».

La nave Louis Michel – quella finanziata dall’artista Banksy – era sul posto ma non ha fatto in tempo a intervenire. La destra continua ad attaccare il loro operato. Non si fermano gli attacchi alla Germania del vicesegretario della Lega Andrea Crippa, perché supporta le Ong. Giovedì sera, intervistato da Piazzapulita, si è aggiunto il responsabile cultura di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone: «Il governo porta avanti una politica di dissuasione dai salvataggi». Per Emergency e Tavolo asilo e immigrazione «è guerra all’immigrazione come strumento di propaganda politica». E il nuovo decreto è una prova: «L’obiettivo è sempre più quello di colpire indiscriminatamente, senza curarsi delle conseguenze, le persone di origine straniera presenti e quelle in arrivo, alimentando, con le misure introdotte, l’idea che rappresentino un pericolo».

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