- Nelle città di recente riconquistate dal Pd e dai suoi accompagnatori, alcune francamente impronosticabili come Verona, si è fatto un percorso partecipativo dal basso coinvolgendo l’associazionismo, il terzo settore, le realtà cattoliche, i sindacati
- Una volta avremmo detto i corpi intermedi, che però sono diventati un grande assente delle candidature alle comunali, dove i partiti trascurano la società civile. Ma l’esperimento veronese andrebbe ripetuto nella (ex) regione rossa
- Questo articolo si trova sull’ultimo numero di POLITICA – il mensile a cura di Marco Damilano. Per leggerlo abbonati o compra una copia in edicola
Mentre impazzano le primarie del Pd e infuria la campagna elettorale per le regionali di Lombardia e Lazio, due regioni che sommano complessivamente più di un quarto degli abitanti del paese e circa un terzo dell’intero Pil nazionale, tocca prendere atto che le candidature per le pubbliche amministrazioni (comuni e regioni) sono tornate ad essere da tempo quasi esclusivamente assegnate a figure molto interne al partito di riferimento. Per quanto non ci sia nulla di negativo nel candidare pers



