L’ex direttore generale dell’Agenzia delle Dogane, Marcello Minenna, oggi assessore (sospeso) in Calabria, è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione della procura di Forlì. Per gli inquirenti avrebbe aiutato l’ex leghista Gianluca Pini a importare illecitamente un lotto di mascherine in cambio di entrature politiche. Per il Gip, Massimo De Paoli, esiste la possibilità che possa inquinare le prove, e nell’ordinanza di custodia cautelare in cui parla della sua «personalità criminale» e delle sue «relazioni persistenti» ha citato una telefonata con il senatore Pd Luciano D’Alfonso del 5 novembre. I due discutevano il da farsi riguardo a un’altra indagine presso la procura di Roma, che ancora non gli era stata nemmeno notificata. Per il sentore D’Alfonso, non indagato, è tutto lecito nell’ambito del diritto.

Domani pubblica in esclusiva un video del 2021 non menzionato nell’ordinanza in cui Minenna già il 2 novembre chiedeva ai suoi dirigenti di informarlo sulle loro interazioni con le procure, sempre prima ovviamente che gli venisse notificato di essere iscritto nel registro degli indagati, oggetto di un esposto.

Minenna diceva ai dipendenti dell’Agenzia delle dogane seduti attorno a un tavolo che «bisogna seguire le veicolazioni del caso» con l’autorità giudiziaria. E, proseguiva, «negli ultimi 20 giorni vedo che non c’è la giusta veicolazione informativa». Nonostante «la comunicazione fluida, ci vediamo in maniera settimanale, il mio ufficio è sempre aperto e abbiamo le chat whatsapp». 

L’esposto

Alessandro Canali, ex vicedirettore, avvocato un tempo vicinissimo al direttore dei Monopoli e rimosso dal suo incarico a ottobre del 2021, ha appreso dell’intervento di Minenna e nel 2022 ha depositato un esposto in procura presumendo potesse trattarsi di un tentativo di inquinare le prove. Quando Minenna ha parlato ai dirigenti infatti era già a conoscenza della indagine aperta sul licenziamento di Canali, visto che Domani ne aveva scritto a settembre.

Nel verbale della seduta testualmente si legge: «Il presidente (Minenna) invita tutti i Direttori delle DC (Direzioni centrali) e delle DT (Direzioni Territoriali) che abbiano rapporti con l'esterno (....)Autoritò Giudiziaria (...) a inviare prontamente le segnalazioni alla Direzione Generale (...) considerato che il Direttore Generale cura le interazioni ed i rapporti con l'esterno».

Per l’avvocato «Minenna quindi sembra rappresentare al management di ADM una realtà di diritto che capovolge esattamente quanto previsto dall'art. 329 c.p.p, che per quanto attiene le attività dell' Autorità Giudiziaria prevede un obbligo di segretezza e riservatezza generale che può essere derogato solo dal procuratore della Repubblica e non il contrario».

Nello specifico nel video Minenna fa riferimento a chiamate dalla procura degli ultimi 20 giorni, mentre procedeva l’inchiesta di Terracina dove l’ex dg era accusato di abuso d’ufficio e falso.

Minenna, per Canali, avrebbe letteralmente imposto ai dipendenti di riferirgli di ogni interazione con l'Autorità Giudiziaria, e quindi anche delle interazioni relative all’indagine: «Palese rischio di inquinamento  delle attività di indagine svolte in quel periodo e nel periodo successivo».

Appena due giorni dopo la seduta della Conferenza dei direttori, il 4 novembre, Domani ha riferito la notizia dell'iscrizione di Minenna sul registro degli indagati per abuso d'ufficio. Il giorno in cui è andata anche in edicola, Minenna ha deciso di parlarne con l’allora presidente della commissione Finanze D’Alfonso, che gli ha suggerito di «controdedurre» e dare la sua versione dei fatti. Ancora non è nemmeno stata ufficializzata la sua posizione di indagato, ma per D’Alfonso bisogna intervenire «quando l'ovulo incontra lo spermatozoo, non quando c'è il feto».

L’inquinamento delle prove

Ad aprile il gip di Forlì ha detto di no alla richiesta di arresto, il giudice ha cambiato idea quando ha visto la trascrizione delle telefonata con D’Alfonso. Le sue «relazioni persistenti» ha ritenuto a questo punto fossero un rischio. Minenna, indagato dal 2021, nei mesi successivi ha proseguito regolarmente la sua strada politica continuando a ricoprire ruoli di peso. Pur non riconfermato alle Dogane, il dirigente lanciato dal Movimento 5 stelle, in rapporti con la Lega, e apprezzato dal Pd è diventato assessore regionale.

Negli atti di Forlì non viene menzionato il video né l’esposto di Canali, ma il gip ha rilevato che alla luce della telefonata e del suo nuovo suolo di assoluto rilievo, inclusa l’attuazione del Pnrr per la Regione Calabria, fosse meglio togliere a Minenna la possibilità di comunicare con terzi: «Sulla base dei contatti e delle relazioni consolidate di cui dispone» c’è il rischio che possa «operare indisturbato al fine di esercitare pressioni e interferenze su chicchessia come dimostra di avere già fatto».

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