La fase emergenziale è finita e tornerà l’obbligo di presenza in azienda per tutti, ma resta salva la possibilità di stabilire degli accordi tra datore di lavoro e lavoratore. Perché questa procedura vada a buon fine, il ministero del Lavoro ha predisposto una procedura semplificata in modo tale che le aziende segnalino agli organi coinvolti i nominativi di chi siglerà gli accordi. Ecco la modulistica siglata il 22 agosto dal ministro Andrea Orlando e come funziona.

Cosa servirà

Dal 1° settembre, per usufruire dello smart working spiega Collettiva, il gornale della Cgil, non esisteranno più indicazioni e direttive emanate dal governo e valide per tutti. Le aziende dovranno pertanto stipulare accordi individuali o a livello collettivo con i lavoratori che intendono continuare a usufruire di questa modalità di lavoro, secondo quanto concordato con il proprio datore.

L’accordo

In ottica di sicurezza e chiarezza, l’accordo individuale dovrà contenere indicazioni specifiche sulle modalità di esecuzione del lavoro agile, su vari aspetti. L’accordo dovrà individuare il periodo; l’alternanza tra periodi di lavoro in presenza e smart working; luoghi dell’esercizio della prestazione lavorativa. Dovranno essere indicati anche strumenti di lavoro utilizzati, se saranno o no forniti dall’azienda; i tempi di riposo e relative misure tecniche volte a garantire il diritto alla disconnessione. D’altro canto potranno essere stabilite forme e modalità di controllo della prestazione lavorativa compatibili con la normativa sulla privacy e lo Statuto dei Lavoratori.

Le comunicazioni

Il ministero del Lavoro per fare sì che il passaggio non sia troppo complesso, nonostante il ritorno alla normativa che ha preceduto il Covid (quella del 2017) ha previsto che non vengano trasmesse le singole intese raggiunte, ma solo l’elenco dei contribuenti che hanno deciso in autonomia di firmare l’accordo.

Lavoratori fragili

Per i sindacati rimane in sospeso la questione che riguarda il lavoro agile per i lavoratori fragili o con figli minori di 14 anni. Le parti sociali hanno chiesto una proroga fino al prossimo 31 ottobre, ma la misura non è entrata nel decreto legge Aiuti bis approvato dal parlamento. Tuttavia il ministro Andrea Orlando non ha escluso che si possa trovare una formula che vada incontro ai bisogni di queste categorie per dare il pieno diritto di usufruire del lavoro agile anche in assenza di accordi specifici. Tutto questo a fronte delle necessarie certificazioni.

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