È la 73ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro. Per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, una strage che è «scandalo inaccettabile». Queste le esatte parole che si leggono nel messaggio diramato domenica mattina sul sito del Quirinale. L’ultimo atto di una serie per mantenere alta l’attenzione sulle continue morti, che, secondo l’Inail, nei primi 8 mesi dell’anno hanno portato a 657 denunce per decesso sul luogo di lavoro.

«L’intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro – scrive Mattarella – sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori».

Morire «in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure».

La sicurezza, ha concluso Mattarella, «non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona».

Dopo aver incontrato nelle settimane scorse la ministra del Lavoro Marina Calderone e i sindacati, dopo aver partecipato all’assemblea generale di Confindustria, ha invitato tutti all’impegno: «Occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione».

Il commissario straordinario dell'Inail, Fabrizio D'Ascenzo, in occasione della relazione annuale, pochi giorni fa ha riferito che dall’inizio dell’anno ad agosto si sono registrate 383.242 denunce di infortunio, in calo del 20,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022 e dell'8,1 per cento rispetto al 2019, anno pre-pandemia. Le vittime sono 20 in meno rispetto al periodo gennaio-agosto 2022, e 28 in meno rispetto al 2019, un numero ancora troppo elevato.

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