Il partito dei fedeli di Conte

I perfetti sconosciuti sacrificati sull’altare del Movimento

LaPresse
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  • Giuseppe Conte sta combattendo una battaglia molto difficile per riportare in parlamento quel che resta del Movimento 5 stelle, un partito che lui per primo ha contribuito a far dissolvere.
  • Nonostante la consapevolezza della regola dei due mandati, che impone a ogni eletto di non ricandidarsi una terza volta e che alle prossime elezioni lascia a casa molti volti noti, il M5s non è stato in grado di sfruttare il successo del passato.
  • Prima Di Maio, capo politico da settembre 2017 a gennaio 2020, e poi Conte si sono circondati di pochi fedeli, attingendo soprattutto al gruppo storico, quello eletto nel 2013 e che aveva già alle spalle una legislatura. La maggior parte dei nuovi ingressi non è stato valorizzato.

Giuseppe Conte sta combattendo una battaglia molto difficile per riportare in parlamento quel che resta del Movimento 5 stelle, un partito che lui per primo ha contribuito a far dissolvere. Ben prima della lunga serie di scissioni, la più importante quella del ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha portato con sé oltre 60 parlamentari, la guida di Conte si è fatta via via sempre più personalistica. Fino ad arrivare a oggi: sceglierà lui i capolista e, soprattutto, si candiderà in più coll

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