- Se finora gli attacchi erano rimasti confinati nella parte più settentrionale della regione, intorno alle città di Pemba e Mocimboa da Praia dove ricadono le infrastrutture di Total, nelle scorse settimane gli insorti hanno preso di mira le zone più a sud, che ospitano decine di migliaia di rifugiati interni, costretti così a fuggire per la seconda o terza volta in pochi mesi.
- Il governo mozambicano vuole però restituire una parvenza di normalità, necessaria a consentire il riavvio dei progetti di gas, e così ha ordinato ai pubblici ufficiali di tornare nei loro distretti, sebbene i rischi siano ancora elevati.
- Eni ed Exxon potrebbero sottomettere un nuovo piano di sviluppo alle autorità di Maputo già nelle prossime settimane.
Non c'è più pace per il Mozambico. Dal 2017, lo stato africano è alle prese con un'insurrezione armata guidata dal gruppo Al-Shabaab, che ha scatenato il panico nel nord del paese, causando 4000 morti e costringendo la compagnia francese Total a sospendere uno dei più grandi progetti di gas liquefatto al mondo. Dopo una breve fase di stallo, nelle ultime settimane gli attacchi si sono nuovamente intensificati. Ma Eni non demorde. È passato poco più di un anno dall’offensiva dei miliziani di A



