Il governo non ha preso decisioni, ma sta pensando al Natale con la preoccupazione di dover gestire il contagio da Covid-19, che prosegue ancora con cifre che superano i 35 mila nuovi positivi al giorno. Mentre si cerca di piegare la curva della diffusione del coronavirus, rispondendo nel corso dell’assemblea annuale dell’Anci ha detto che certamente sarà una festa «più sobria». Niente cene con tutti i parenti, perché «veglioni, baci e abbracci non saranno possibili». Quindi si è lanciato contro la «socialità scatenata»:«una settimana di socialità scatenata significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva e non ce lo possiamo permettere. Festoni e festini non sono pensabili». Conte non fa previsioni: «neppure gli scienziati si avventurano a dire come sarà la situazione a fine dicembre». L’ipotesi è quella di arrivare più in là per «dosare gli interventi: noi certamente ci stiamo preparando a vari scenari». Per adesso solo ipotesi.

Anche il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, era intervenuto sul tema dicendo: «Sono abituato a Natale a fare il cenone con 20 persone, ma quest'anno non si può». Miozzo aveva messo in guardia anche dall’assalto ai negozi: «non ce lo possiamo permettere».

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