Quello che accadrà nell’incontro tra regioni e governo sulle aree di rischio gialla, arancione e rossa, si saprà solo al termine della riunione convocata per le 16:30, il Comitato tecnico scientifico, che prenderà parte al confronto, chiede di non fare un passo indietro sui 21 indicatori. Le regioni non vogliono cedere: «L'algoritmo è un po’ un mistero di Fatima, semplifichiamo e rendiamo trasparente questo percorso, per far capire meglio anche ai cittadini le scelte» ha detto Marco Marsilio, governatore dell'Abruzzo.

Le posizioni

Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, ha detto a SkyTg24: «I 21 parametri sono importanti per avere indicazioni precise. Io auspicherei che si facesse di tutto per mantenere lo standard elevato che abbiamo messo a punto in questi mesi, perché così abbiamo un'indicazione precisa dell'andamento della situazione». La cabina di regia valuterà la situazione «e si deciderà sui colori guardando i trend di alcune regioni». Un’espressione che cela la possibilità per alcune regioni rosse di essere declassate dalla loro classe di rischio con qualche riapertura, ma anche un’ulteriore stretta. Si lavora per creare delle zone rosse provinciali, riducendo l’area interessata.

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, vicepresidente della Conferenza delle regioni, martedì aveva chiesto un incontro urgente al governo, ha commentato: «Il confronto spero sarà basato su quello spirito costruttivo che ho visto da più parti».

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, lunedì stesso aveva ribadito la bontà del sistema vigente da maggio. Intervenendo all’assemblea dell’Anci il giorno dopo, ha fatto sue le parole del presidente della repubblica, Sergio Mattarella, sull’unità istituzionale: «Di fronte a un contagio che corre c'è bisogno di una relazione continua a tutti i livelli istituzionale». Speranza ha chiesto il supporto dei sindaci: «Dentro questa missione che viene messa in campo dall'articolo 32 della Costituzione c’è lo Stato, ci sono le Regioni ma anche i Comuni e i sindaci», aggiunge. «Per vincere la sfida abbiamo bisogno di costruire il massimo di sinergia e collaborazione istituzionale, come credo siamo riusciti a fare nei giorni più drammatici di marzo e aprile - prosegue -. Dobbiamo riuscire a recuperare in questi giorni quello spirito e quella capacità di costruire insieme il messaggio univoco rispetto ai nostri concittadini».

Il Natale

Nell’incontro potrebbero essere discusse le misure di Natale, anche se l’esecutivo vuole tenere il punto: «Sul Natale non decidono le regioni, ma il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il ministro della salute Roberto Speranza e i ministri», commentano dal ministero degli Affari regionali.

Miozzo, come tutti gli esponenti dell’esecutivo, cerca di ridurre le speranze sui cenoni: «Anche io sono abituato a Natale a fare il cenone con 20 persone, ma quest'anno non si può. Si riaprirà qualcosa, in alcune aree già dal 3 dicembre. Ma non possiamo fare un Natale da liberi tutti, abbiamo fatto un'estate da liberi tutti e abbiamo avuto conseguenze durissime».

A cui si aggiunge il tema dello shopping: «Speriamo di non vedere quelle scene di resse nei negozi per accaparrarsi offerte, non ce lo possiamo permettere». La prima prova sarà il black friday, una giornata di sconti tipicamente statunitense ma ormai presente in tutto il mondo – ricorre il venerdì successivo al giorno del ringraziamento negli Stati Uniti d'America, che si celebra il quarto giovedì di novembre. Quest’anno sarà il 27 novembre.

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