«Fratelli e sorelle interroghiamoci tutti su questa ennesima tragedia, è il momento della vergogna». Questa la denuncia di Papa Francesco per la morte di 130 migranti al largo della Libia nel Canale di Sicilia.

Frontex, l’agenzia europea delle frontiere, e la Guardia costiera Italiana si sono giustificate per non aver soccorso chi stava perdendo la vita. Il governo italiano non ha preso posizione. Solo la Ong SOS Méditerranée, allertata per ultima dopo Libia, Malta e Italia, ha cercato di intervenire con la nave Ocean Viking, quando ormai era troppo tardi: «Ci siamo avvicinati ed è stato come navigare in un mare di cadaveri», ha raccontato Alessandro Porro, presidente di SOS Méditerranée a bordo dell’imbarcazione.

Dopo la preghiera Regina Coeli, affacciato alla finestra che dà su piazza San Pietro, Bergoglio ha detto ai fedeli riuniti e distanziati: «Preghiamo per questi fratelli e sorelle, e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi», ma la sua preghiera è stata anche un’accusa: «Anche preghiamo per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte. Preghiamo in silenzio….».

Il pontefice ha espresso il suo dolore per quanto accaduto: «Vi confesso che sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nel Mediterraneo. Centotrenta migranti morti in mare: sono persone, vite umane che per due giorni hanno implorato invano aiuto che non è arrivato».

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