Italia

Nella spartizione dei sottosegretari conta la fedeltà, non la competenza

Dopo giorni di paralisi, il premier Draghi costringe le forze della coalizione a indicare i nomi mancanti per il governo: una divisione millimetrica tra correnti interne, potentati locali e quote di genere

 

  • Il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva chiesto celerità nell’individuazione dei sottosegretari, pur lasciando la scelta in mano ai partiti e lasciando il negoziato al suo braccio destro, Roberto Garofoli.
  • Invece, le forze politiche si sono incartate in un meccanismo di veti incrociati e criteri escludenti, che hanno reso il completamento dei quadri di governo un rompicapo infinito.
  • A complicare la scelta dei partiti hanno giocato due elementi. Il primo è il numero: i posti da ripartire sono stati solo 39, pochi rispetto al passato e pochissimi per accontentare tutti. Oltre a questo ha giocato un ruolo determinante il meccanismo ripartitorio fatto di rappresentanze correntizie, quote e potentati che ogni singolo partito ha dovuto tenere in considerazione nel presentare la propria lista.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva chiesto celerità nell’individuazione dei sottosegretari, pur lasciando la scelta in mano ai partiti e lasciando il negoziato al suo braccio destro, Roberto Garofoli. Invece, le forze politiche si sono incartate in un meccanismo di veti incrociati e criteri escludenti, che hanno reso il completamento dei quadri di governo un rompicapo infinito, troncato dalla convocazione del consiglio dei ministri di ieri. A complicare la scelta dei partiti hanno g

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