- Grillo e Crimi si conoscono fin dagli inizi del Movimento, quando nel 2007 l’allora assistente giudiziario trasferito dal quartiere Brancaccio di Palermo a Brescia si è iscritto al meetup Amici di Beppe Grillo.
- «Mi dicono che sono la persona giusta per condurre il Movimento in questo momento di crescita, anche alla luce della mia esperienza», aveva detto il neoreggente subito dopo aver ricevuto l’incarico.
- Una volta superata la data di scadenza dell’incarico, nessuno ha più avuto dubbi che il reggente non sarebbe mai diventato leader. E che i suoi modi, bruschi e ruvidi, mal lo assistevano a destreggiarsi in mezzo a Di Maio, che del tatto utile ad aggirare e comprendere i bisogni dei gruppi ha fatto un tratto distintivo, e Giuseppe Conte, che dalla sua ha un vocabolario forbito e un’immagine autorevole.
«Per fare un Di Maio ci vogliono una ventina di Crimi». Un ex parlamentare M5s tira in ballo il ministro degli Esteri, che pure non è amato da tutto il Movimento: eppure, tutti gli riconoscono una capacità di navigare in mari ostili. Una capacità che manca del tutto a chi ha guidato i Cinque stelle nell’anno più complicato dalla loro nascita, Vito Crimi. Il leader «per sbaglio» che ha retto il Movimento per oltre un anno, ormai, originariamente doveva soltanto traghettare i Cinque stelle ve



