La crisi del M5S

Niente è più permanente del provvisorio Vito Crimi

Italy's Foreign Minister and 5-Star Movement leader Luigi Di Maio, left, embraces his successor Vito Crimi at a meeting in Rome, Wednesday, Jan. 22, 2020, where Di Maio stepped down as party leader following a string of parliamentary defections, falling poll numbers and questions about the movement's future. Luigi Di Maio said he had finished his work, that an era had ended, and that he would trust his successor to lead the party going forward. (AP Photo/Andrew Medichini)
Italy's Foreign Minister and 5-Star Movement leader Luigi Di Maio, left, embraces his successor Vito Crimi at a meeting in Rome, Wednesday, Jan. 22, 2020, where Di Maio stepped down as party leader following a string of parliamentary defections, falling poll numbers and questions about the movement's future. Luigi Di Maio said he had finished his work, that an era had ended, and that he would trust his successor to lead the party going forward. (AP Photo/Andrew Medichini)

  • Grillo e Crimi si conoscono fin dagli inizi del Movimento, quando nel 2007 l’allora assistente giudiziario trasferito dal quartiere Brancaccio di Palermo a Brescia si è iscritto al meetup Amici di Beppe Grillo.
  • «Mi dicono che sono la persona giusta per condurre il Movimento in questo momento di crescita, anche alla luce della mia esperienza», aveva detto il neoreggente subito dopo aver ricevuto l’incarico.
  • Una volta superata la data di scadenza dell’incarico, nessuno ha più avuto dubbi che il reggente non sarebbe mai diventato leader. E che i suoi modi, bruschi e ruvidi, mal lo assistevano a destreggiarsi in mezzo a Di Maio, che del tatto utile ad aggirare e comprendere i bisogni dei gruppi ha fatto un tratto distintivo, e Giuseppe Conte, che dalla sua ha un vocabolario forbito e un’immagine autorevole.

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