Dopo aver guidato l’assalto alla sede storica della Cgil a Roma, i leader di Forza Nuova Roberto Fiore e Giuliano Castellino sono stati arrestati dalle forze dell’ordine. I due leader neofascisti erano alla testa del gruppo di violenti che, al termine della manifestazione dei No Green Pass, ha assaltato lo stabile in Corso Italia, sede del sindacato, che è stato devastato. Nel corso degli scontri sono stati feriti tre tra poliziotti e carabinieri e ora la Digos è al lavoro per identificare gli altri partecipanti alla manifestazione.

L’impunità dei neofascisti

Sono mesi, da quando è iniziata la pandemia, che i due capi del movimento neofascista innalzano sempre più il livello dello scontro, cercando di mettersi alla testa di chi protesta contro le regole e le limitazioni adottate per arginare la pandemia. E non è la prima volta che le manifestazioni che hanno indetto sono sfociate nella violenza: nonostante ciò, le forze dell’ordine hanno continuato ad autorizzare gli eventi e a permettere a Fiore e soprattutto a Castellino - attualmente sorvegliato speciale e condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi per aver aggredito due giornalisti dell’Espresso durante una manifestazione nel 2019 - di fare tutto ciò che desideravano. Come sia stato possibile resta un mistero. Secondo fonti interne alla Digos è un fatto normale, chi viola la sorveglianza può essere solo denunciato. Avevamo chiesto a Castellino se avesse una interlocuzione con le forze dell'ordine per provare a tenere sotto controllo le manifestazioni, senza sbocchi violenti: cosa che ripetutamente non accade. Ma il leader neofascista, diventato capo popolo dei No Green pass, aveva negato categoricamente. Castellino, dunque, per aver violato ripetutamente la sorveglianza è stato segnalato o denunciato, ma niente cambia: e per mesi ha continuato a essere libero di fare ciò che voleva.

Mesi di violazioni

Basta scorrere sul blog del giornale pubblicato dal leader romano di Forza Nuova - che nonostante abbia picchiato e rapinato dei cronisti mentre svolgevano il loro lavoro, si presenta come direttore di una testata - per avere contezza delle violazioni alle regole contro la Covid-19. A partire dai mesi del primo lockdown, quando i suoi seguaci neri giravano per Roma incendiando bandiere dell’Europa e affiggendo cartelloni, alle marcette indette nel giorno di Pasqua 2020, quando chiedevano di poter andare in Chiesa. O ancora la manifestazione di ultras e neofascisti, riunitisi al Circo Massimo il 6 giugno 2020, finita con Castellino e i suoi che dopo essersela presa con giornalisti e poliziotti, hanno iniziato a picchiarsi da soli.
Dalla primavera del 2021 poi, con le minori restrizioni delle misure per il contenimento dell’epidemia, Castellino e il suo capo Fiore si sono messi a capo di tutta quella galassia che si autodefinisce “di protesta”, fatta di fascisti, ultras, complottisti vari e simili, che ha iniziato a riunirsi in piazza. Tutti eventi promossi sul blog con slogan contro il governo e il Green Pass, nonostante Castellino non abbia problemi a piegarsi alle imposizioni del governo facendosi tamponare - uno dei requisiti per ottenere il lasciapassare verde - per andare a vedere una partita della Roma in curva, anche in questo caso nonostante la sorveglianza speciale (solo il 13 settembre, due settimane dopo la sua presenza all’incontro, gli è stato dato un Daspo, ndr).

I rapporti con la destra istituzionale

I leader di Fratelli d’Italia e Lega, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, hanno condannato l’assalto alla sede della Cgil con parole di circostanza - «Violenze vergognose», dice lei, «La violenza è sempre da condannare», fa lui - e hanno espresso la loro solidarietà al segretario del sindacato Maurizio Landini. I due però hanno anche continuato a strizzare l’occhio alla galassia No green pass affermando che la protesta delle persone in piazza è sempre e comunque legittima.
I due capi dei due partiti di destra non riescono a prendere le distanze dalla galassia nera. Il segretario leghista ha basato il suo piano per la costruzione di un partito nazionale proprio sul corteggiamento e la vicinanza con queste sigle, non solo Forza Nuova, ma anche CasaPound, Lealtà Azione, e le decine di altri partitini, movimenti, associazioni sparsi sul territorio nazionale.
La presidente di Fratelli d’Italia invece non ha avuto bisogno di flirtare con i neofascisti per accreditarsi al centrosud come ha fatto la Lega, il legame storico con quella tradizione politica evidentemente è ancora presente (come ha dimostrato anche l’inchiesta sulla “Lobby nera” di Fanpage): tant’è che parlamentari e dirigenti spesso presenziano alle manifestazione delle sigle più conosciute di questa galassia. Non solo: la sede di Forza Nuova è in uno stabile dei Parioli, a via Paisello, 40, a due passi da villa Borghese. L’appartamento, dove spesso Fiore si è fatto intervistare anche da trasmissioni televisive, è di proprietà della Fondazione Alleanza Nazionale, la cassaforte dell’ex partito di Gianfranco Fini, che gestisce un patrimonio immobiliare di circa 20 milioni di euro. Il fatto era emerso in un’inchiesta dell’Espresso del 2019. Fiore non ha mai voluto dire quanto il suo partito pagasse d’affitto. Un anno dopo, in un’inchiesta di Report, Giorgia Meloni ha fatto sapere che i neofascisti erano morosi e che era stato chiesto lo sfratto, non eseguito per via dell’epidemia. A oggi sono ancora lì.

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