Alla libertà serve la verità. Le menzogne sono l’arma più temibile contro la democrazia. Chi viene privato della verità non può essere libero. Il 25 aprile celebra la verità, oltre che la democrazia. Chi nega fatti storici e ideali morali accertati, come le responsabilità del regime fascista nella Seconda guerra mondiale e la natura antidemocratica e liberticida del fascismo, mente e insulta le vittime del fascismo e i suoi eredi, come fa chi propala discorsi d’odio razzisti, sessisti o sciovinisti. Chi mette il bavaglio a chi rivela verità scomode sui politici, impedendo a cittadini e cittadine di conoscerle, realizza il fascismo. Chi nega o tace le radici antifasciste della Repubblica e della sua Costituzione nega un fatto giuridico e un ideale morale evidenti, con ciò esprimendo intenzioni politicamente eversive e mancando di rispetto agli altri cittadini fedeli alla Costituzione.

Chi, avendo potere politico in virtù di cariche elettive, insulta e manca di rispetto ai cittadini o manifesta intenzioni eversive abusa del suo potere. Per un politico in carica, negare la realtà del fascismo storico, la natura eversiva del neofascismo, le radici antifasciste della Repubblica è un atto che ha la stessa natura del mentire sui propri conflitti di interessi, sui reati commessi, sulle mancanze di imparzialità. L’atteggiamento di fronte alla nostra storia passata è una questione morale proprio come la gestione del malaffare e della corruzione in politica.

La verità non va contro la libertà di pensiero. Impedire di negare fatti storici accertati e di offendere le vittime delle grandi tragedie della nostra storia non c’entra niente con il diritto di esprimere le proprie opinioni. Svelare fatti veri di interesse pubblico su persone che hanno cariche politiche non costituisce un attacco alla loro reputazione. Per una ragione molto semplice: i fatti storici accertati, le sofferenze delle vittime del fascismo, i conflitti di interessi e le condotte improprie di chi detiene il potere politico non sono opinioni. Sono fatti, per l’appunto. Opinioni sono i giudizi su questi fatti, e quelli sono e debbono restare liberi.

Un politico può dire: «Penso che reprimere le libertà politiche, come ha fatto il fascismo, sia giusto, e vorrei si ritornasse a farlo». Può dire: «Penso che le vittime del fascismo non si meritino pietà o commemorazione». Può dire: «Penso che non ci sia nulla di male nel piegare le istituzioni politiche ai propri interessi personali». Queste sono opinioni, pur odiose. Un politico può dichiarare di non essere antifascista. Può dire chiaramente di essere fascista. Può vantarsi dei suoi conflitti di interessi o di avere sottratto denaro pubblico. Queste, al limite, sono manifestazioni di sincerità. Debbono avere cittadinanza.

E come sono liberi i simpatizzanti del fascismo storico, gli anti-antifascisti, i neofascisti, i qualunquisti di esprimerle, così sono liberi gli altri di esprimere idee contrarie. E sono liberi i cittadini di non votare chi esprime queste opinioni, o di pretenderne le dimissioni, se è stato eletto.

Quello che non si può fare, e non c’entra nulla con la libertà di pensiero, è nascondere, occultare, tentare di cambiare la realtà. Farlo non è espressione della libertà di pensiero, ma un tentativo di oppressione, un meccanismo per togliere ai cittadini i mezzi per decidere liberamente. Chi occulta informazioni dirige impropriamente le decisioni altrui. Chi intimidisce i giornalisti che diffondono notizie vere vuole limitare la libertà degli altri. Tutto questo è fascismo. Censurare Antonio Scurati è fascismo. Cercare di ridurre al silenzio i giornalisti che portano alla luce verità scomode sui politici eletti, intimidendoli con la minaccia di un processo, è fascismo. E la fonte delle verità, chi è a dire la verità, non conta. La verità arriva da molte parti, e va sempre sentita. La verità si può dire anche per sbaglio, o con le peggiori intenzioni. Quando è di interesse pubblico deve sempre venire a galla. Se ciò non avviene, le decisioni dei cittadini vengono distorte e qualsiasi governo venga eletto è meno legittimo. Il miglior governo, se eletto da cittadini ignari, è una dittatura.

Celebrare il 25 aprile ed esigere che chi ha cariche elettive lo faccia nelle forme dovute è essenziale per mantenere intatte le libertà civiche di una Repubblica antifascista. Tacere sul fascismo, mancare di riconoscerne nelle sedi ufficiali le conseguenze e la natura non è differente dal ledere diritti di cittadinanza. È un reato, e come tale dovrebbe essere punito.

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