Un’altra donna per Enit. Ai vertici dell’Agenzia del turismo, da poco trasformata in società per azioni controllata dal Mef, la ministra Daniela Santanchè è pronta a piazzare un’altra persona a lei molto vicina. Così da rendere la governance dell’ente (quasi) tutta al femminile.

Il nome della prescelta, però, tra i corridoi del ministero, fa storcere il naso a più di qualcuno per la poca esperienza nel settore. C’è chi parla di un atto di nomina già firmato da Santanchè e al vaglio del cda, che ancora non si vede. Ma l’incarico per la nuova direttrice generale sembra ormai cosa fatta.

Lei è Elena Nembrini, commercialista di Padova dal curriculum sterminato, con incarichi in società pubbliche e private ma con scarsa esperienza nel settore turistico. Il suo compenso dovrebbe aggirarsi sui 170mila euro l’anno, più eventuali bonus.

Sarebbe di circa 30mila euro superiore a quello dell’amministratrice delegata, Ivana Jelinic, altra pupilla della ministra. E in molti considerano l’arrivo della nuova dg come un suo commissariamento.

Il nome della Nembrini ha iniziato a circolare nei giorni più difficili per la ministra da quando è al governo. Non solo per le indagini della procura di Milano sulle sue società e per l’operazione della casa in Versilia, o per la mozione di sfiducia che si discuterà in parlamento il prossimo 3 aprile. Ma anche per le sempre più insistenti voci sulle sue possibili dimissioni che circolano in questi giorni.

Una mossa che toglierebbe dall’imbarazzo la premier Giorgia Meloni, pronta a prendere l’interim del ministero fino alle europee. Dopo il voto di giugno, che potrebbe sancire anche nuovi equilibri nella maggioranza e nel suo partito, si vedrà. Ma per il momento sono solo rumor e pettegolezzi. Che interessano comunque un ministero e un ente, come l’Enit, che operano in un settore su cui Fratelli d’Italia punta moltissimo.

La nuova dg

Nembrini ricopre o ha ricoperto la carica di consigliera o di sindaca in tantissime società, private e non solo. Tutte però nel settore dell’edilizia (come Somec), bancario-assicurativo (Generali), dell’energia (Enipower) o delle infrastrutture (Milano-Serravalle, Trenitalia).

Tra i tanti incarichi, non risultano esperienze nel settore turismo. E viste le responsabilità e il ruolo che dovrebbe andare a ricoprire, in molti si chiedono quali siano i criteri della scelta della ministra.

Qualcuno maligna che sia una risposta alla nomina della presidente di Enit spa, Alessandra Priante, arrivata direttamente da palazzo Chigi. L’ex direttrice europea dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni unite, professionista conosciuta e apprezzata anche fuori dall’Italia, è stata quasi imposta dalla premier Giorgia Meloni alla sua ministra.

«Non rispondo», era stata la risposta stizzita di Santanchè a chi le chiedeva della nomina di Priante a fine febbraio. Non proprio una delle migliori accoglienze. Quel ruolo, rimasto vacante per quasi due anni, era l’obiettivo di un altro uomo di Enit: il consigliere d’amministrazione Sandro Pappalardo. Ex militare e assessore al Turismo in Sicilia, molto vicino al responsabile turismo di FdI (e consigliere di Santanché) Gianluca Caramanna e al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Pappalardo si è dovuto accontentare di rimanere nel cda, dove siede dal 2019.

Una scommessa

A dirigere l’ente, insieme alla presidente Priante, all’ad Jelinic, e al consigliere Pappalardo, adesso dovrebbe arrivare quindi la commercialista Nembrini come dg.

Una nuova figura dirigenziale, così come richiesto anche dalla Corte dei conti, che nell’ultima relazione lamentava l’assenza di un direttore finanziario. Ma non di un direttore generale.

Anche per questo in molti si interrogano sulla scelta della ministra: una risposta a Meloni oppure un commissariamento dell’ad Jelinic dopo alcune scelte – si dice non tutte felici – compiute negli ultimi mesi? Le deleghe della nuova dg dovrebbero sovrapporsi a quelle dell’amministratrice delegata, il cui ruolo è uscito ridimensionato dopo la trasformazione dell’ente in società per azioni controllata dal ministero dell’Economia: tanto che per le spese superiori ai 140mila euro potrebbe non bastare più solo la sua firma.

I maligni parlano di una scommessa di Santanchè che non ha pagato. Jelinic è stata la sua prima nomina a novembre del 2022. Forse un po’ azzardata, dicono, dato il curriculum (ancora non presente sul sito di Enit). Così, dopo un anno e mezzo, la ministra avrebbe deciso di correre ai ripari, affiancandole un’altra persona di fiducia con grande esperienza nell’amministrazione e nella contabilità. Un po’ meno nel turismo.

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