Durante la telefonata tra Giuseppe Conte e Mario Draghi i due si sono dati appuntamento per lunedì pomeriggio alle 16.30. Il leader del Movimento 5 stelle e il presidente del Consiglio devono ancora finire di chiarirsi sulle presunte pressioni del premier al fondatore del Movimento, Beppe Grillo, per eliminare Conte dal Movimento.Lunedì sarà anche il momento in cui si chiarirà anche «se ha ancora fiducia in Draghi» come gli hanno chiesto alcuni cronisti: «Ne parliamo lunedì» ha detto l’ex premier. 

La prosecuzione dell’azione politica del Movimento nel governo resta in bilico, nonostante le dichiarazioni di ieri di Draghi ed Enrico Letta. Il presidente del Consiglio ha spiegato che valuta troppo il contributo del M5s per «accontentarsi di un appoggio esterno» mentre il segretario dem ha spiegato che il Pd non sarebbe disposto ad appoggiare altri governi se non questo. 

È intervenuto sulle tensioni anche Luigi Di Maio, che ha accusato alcuni partiti di «picconare il governo». «In un momento cosi' difficile per l'Italia non si può proseguire a picconare il governo. In questo momento servono serietà e stabilità al paese», ha aggiunto. Ci sarebbe «chi fa propaganda parla di pace la mattina e poi la sera trama per crisi di governo. Dobbiamo andare avanti e occuparci dei problemi seri» ha continuato. «Faccio un appello a quelle forze politiche che hanno messo al centro della loro azione la loro crisi di voti: non si possono seguire i sondaggi o il calo di consensi in questo momento».

Giovedì in serata, intanto, Conte ha scelto la candidata che correrà per i Cinque stelle alle primarie del campo largo dopo il passo indietro di Giancarlo Cancelleri: Barbara Floridia, senatrice e sottosegretaria di Messina. 

Durante la giornata, la ministra Cinque stelle per le Politiche giovanili Fabiana Dadone ha spiegato che secondo lei «l’appoggio esterno non è una strada percorribile» e che dunque auspica che il Movimento rimanga nel governo. Anche il sottosegretario all’Interno aveva spiegato nei giorni scorsi che proprio viste le pressioni a lasciare l’esecutivo era il momento per i grillini di rimanere. 

Il post di Grillo

Intanto, il fondatore del Movimento Beppe Grillo ha pubblicato sul suo blog un post dedicato alla «fenomenologia del tradimento e del traditore». Nel linguaggio criptico del garante Grillo riporta le punizioni immaginate da Dante per i traditori delle diverse categorie, chiudendo con la certezza che «questo nostro è forse il tempo in cui tradire non lascia traccia nell’animo del traditore che con ogni probabilità non si sente neanche tale».

Come spesso accade con i post di Grillo, l’interpretazione non è immediatamente evidente: c’è chi legge una critica all’addio di Di Maio, ma, più probabilmente, il messaggio potrebbe essere rivolto a chi nel Movimento è rimasto. Negli ultimi giorni, quando Grillo è stato a Roma, sono emerse in maniera chiara le divergenze tra il Movimento e le volontà del fondatore, che potrebbe essere rappresentato nel post come il «benefattore». 

Il ministro degli Esteri è tornato sul post del garante. «Secondo Grillo sarei un traditore? Penso che in questo momento non possiamo inseguire il dibattito interno alle forze politiche. Pensiamo alle priorità del paese. A Grillo ho già risposto».

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