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La presenza dell’Onu resiste nel Sudan devastato dal conflitto

  • Mentre i combattimenti proseguono a singhiozzo e l’esercito sembra accettare la mediazione della regionale Igad, l’Onu ridispiega la sua presenza nel paese ma non se ne va.
  • Si parla molto della Russia sui media occidentali e alcuni sostengono che la Wagner sia dietro una delle parti combattenti, quella di Dagalo Hemedti, comandante delle Rapid support forces (Rsf).
  • A creare ulteriore inquietudine è la notizia che il laboratorio nazionale di salute pubblica sia stato occupato da non meglio identificati uomini armati: l’Oms lancia un allarme di rischio biologico se il materiale delicato conservato (come la polio, il colera o il morbillo) fosse disperso nell’ambiente.

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