Con una decisione senza precedenti, la procura di Padova ha impugnato in un colpo solo tutti e 33 gli atti di nascita registrati dal sindaco Sergio Giordani dal 2017 a oggi. Così erano stati riconosciuti i figli delle coppie omogenitoriali, per garantire loro gli stessi diritti degli altri.

La notizia è stata riportata dal Mattino di Padova, che spiega che in questi giorni sono state inviate le raccomandate «che di fatto cancellano il “genitore 2” dallo stato di famiglia». L’atto si attiene alla circolare che lo scorso marzo ha inviato il ministero dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Effetto a ritroso

Da quando è stata condivisa la nota di Piantedosi – che fa riferimento ai pronunciamenti della Cassazione – ci sono stati altri casi di registrazioni impugnate. Ma è la prima volta che la Procura va a ritroso nel tempo, contestando atti firmati nel 2017. C’è per esempio il caso di una coppia di madri che aveva registrato la nascita di una bambina il 30 agosto 2017. In questo caso, il tribunale ha fissato l’udienza per il prossimo 14 novembre. In quell'occasione il giudice potrebbe anche respingere l’impugnazione.

«Non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale. Ma ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello e una mamma», dice all’Ansa una delle madri coinvolte dal provvedimento.

Il riferimento alla Cassazione è una sentenza del 30 dicembre 2022, che stabiliva – fra le altre cose – che nell’atto di nascita può essere trascritto il solo genitore biologico. Il sindaco Giordani ha difeso la scelta fatta e ha ribadito che esiste un vuoto legislativo a cui il parlamento dovrebbe dare risposta: «Ci sono momenti nei quali un sindaco è da solo con la sua coscienza e la Costituzione, e deve decidere nell'interesse primario di chi ha davanti, per me e ritengo per la Costituzione l'interesse di questi piccoli era quello da mettere al centro».

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