Il componente italiano dell’executive boar della Bce, Fabio Panetta, nei vertici europei fa sapere di non essere interessato a diventare ministro dell’Economia. A quanto riporta Bloomberg, lo avrebbe riferito dopo che gli era stato chiesto da alcuni partecipanti durante una riunione dei capi delle finanze dell'area dell'euro in Lussemburgo, all'inizio di questa settimana. 

L'ex funzionario della Banca d'Italia, 63 anni, era l'opzione preferita dalla presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, per gestire l'economia e il debito italiano.

Meloni, che dovrebbe essere nominata primo ministro dopo aver vinto le elezioni del 25 settembre, sta cercando di trovare una figura credibile per gestire il dicastero.

La nomina, ricorda la testata economica, è fondamentale per i mercati che sperano continui le politiche di responsabilità fiscale e riforme volte a favorire la crescita avviate dal primo ministro uscente Mario Draghi.

Come ha ricostruito però Emiliano Fittipaldi su Domani, le interlocuzioni con Giorgia Meloni non si sono mai interrotte e negli ultimi giorni il fermo diniego iniziale di Panetta si è evoluto in una apertura all’incarico. 

Panetta sa che – una volta accettato il Tesoro – sarà più difficile coronare il sogno di ogni dirigente di Via Nazionale, quello di diventare un giorno governatore della Banca d’Italia.

Né Meloni né altri hanno potuto garantire al banchiere che prima o poi riuscirà a sedersi nella stanza che oggi è di Ignazio Visco, ma è probabile che Panetta in futuro potrà giocarsi con le istituzioni un credito importante.

Tutto può ancora accadere da qui al giuramento, ma al momento Giorgia Meloni considera Panetta un nome plausibile della sua squadra.

La nomina dei ministri, formalmente, spetta comunque al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E anche se oggi Panetta non può sbilanciarsi, men che meno in vertici informali come quello raccontato da Bloomberg, per lui sarebbe impossibile respingere una richiesta del capo dello Stato di accettare l’incarico di governo per dare credibilità finanziaria al nuovo esecutivo. 

Tra le alternative che Bloomberg cita ci sono soltanto i nomi circolati più volte in questi giorni: Domenico Siniscalco e Giulio Tremonti, entrambi ex ministri delle Finanze del governo Berlusconi, e Luigi Buttiglione, ex funzionario della Banca d'Italia.

L’altra opzione sarebbe confermare l'attuale ministro delle Finanze, Daniele Franco, come ha consigliato il premier uscente Mario Draghi.

L’ipotesi di dividere in due il ministero dell'Economia, separanto entrate e Tesoro, sembra essere tramontata. Per garantire posizioni a tutti i partiti della coalizione è sufficiente usare le caselle del sottogoverno: per esempio una poltrona di viceministro con delega alle Finanze a Maurizio Leo, consigliere economico di Meloni appena eletto per il nuovo parlamento.

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