Matteo Renzi che il primo giorno di lavori girava dalla buvette all’Aula oggi non si sta facendo vedere a Palazzo Madama, il “terzo polo” che ha allestito con il suo partito, Italia viva, insieme ad Azione di Carlo Calenda non sta partecipando al voto alle camere.

È in corso l’elezione dei nomi mancanti degli uffici di presidenza di Camera e Senato, Pd e M5s hanno trovato l’accordo e il terzo polo è avviato a restare senza vicepresidenze e senza altri incarichi.

Il vice segretario del Pd, Peppe Provenzano, dice che la colpa non è loro, ma del fatto che non hanno i numeri perché alle elezioni si sono fermati all’8 per cento: «Se non è possibile una moratoria sulle polemiche col terzo polo, almeno chiediamo una moratoria sulle invenzioni.  A decidere sulle vicepresidenze non son stati fantomatici accordi per escluderli, ma sono stati gli elettori, perché l’unico criterio utilizzato, come da prassi, è il peso parlamentare.

Il vice segretario li accusa di non aver trovato un accordo nemmeno tra di loro per gli altri incarichi: «Non hanno voluto perché si sono divisi. Se per riunirsi hanno bisogno di attaccare il Pd, facciano pure. Noi siamo impegnati a fare l’opposizione alla peggiore destra di sempre».

I nomi della maggioranza

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Il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, ha comunicato che a Palazzo Madama i nomi scelti sono quelli di Gian Marco Centinaio (Lega) e Maurizio Gasparri (FI). A Montecitorio invece l’indicazione è per Giorgio Mulè (FI) e Fabio Rampelli (Fdi).

I nomi dell’opposizione

La rosa del Pd dovrebbe premiare Anna Ascani vice presidente, segretari Chiara Braga e Stefano Vaccari.

Il presidente del Movimento Cinque stelle, Giuseppe Conte, ha indicato per la vice presidenza della Camera Sergio Costa, e per quella del Senato la capogruppo Mariolina Castellone. Come segretari alla Camera Gilda Sportiello e Roberto Traversi, questore Filippo Scerra.

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