Italia

Per costruire l’integrazione, la pallavolo fa più della politica

  • Adhuoljok Malual e Loveth Omoruyi sono nate a Roma e a Lodi, da genitori del Sud Sudan e della Nigeria. Sono le ultime due arrivate nella Nazionale di volley, che ha le sue stelle in Paola Egonu e Miriam Sylla, una veneta e una siciliana figlie a loro volta di una coppia nigeriana e ivoriana.
  • Uno studio Istat di qualche tempo fa raccontava che gli adolescenti maschi tendono a conservare le abitudini sportive della terra da cui proviene la famiglia: si gioca a cricket dove sono numerose le comunità di pakistani e cingalesi. La pallavolo è invece diventata nella scuola italiana lo strumento di espressione dell’identità e del proprio percorso di integrazione per le ragazzine.
  • Il muro nella pallavolo lo aveva buttato giù una dozzina d’anni fa Valentina Diouf, milanesissima, padre senegalese, ingegnere. Si presentò in campo diciottenne con la potenza del suo braccio e fece vincere un Mondiale giovanile all’Italia.

Adhuoljok è romana. È stata un mese fa nel Sud Sudan per conoscere i parenti, adesso pensa che dall’Italia potrà aiutare la terra che mamma e papà un giorno hanno lasciato. Sylvia e Linda sono sorelle, lombarde di Lecco, i loro genitori sono invece partiti dalla Nigeria, come prim’ancora avevano fatto pure quelli di Loveth, nata a Lodi. In città raccontano che fosse una dodicenne timida, tranne quando c’era da difendere le amiche, quando qualche bulletto della scuola media si faceva avanti. I s

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