Alla fine Monica Cirinnà si è ritirata di fronte alle ragioni del Pd: Roberto Gualtieri sarà il candidato unico del partito democratico alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Roma. Nell’orizzonte dem perciò non c’è nessuna donna, e per Amedeo Ciaccheri, di Liberare Roma, forse neanche le primarie.

La novità è emersa nel corso della direzione romana del Partito, alla presenza del segretario nazionale Enrico Letta, dello stesso ex ministro dell'Economia, e degli eletti capitolini a tutti i livelli. Il segretario Letta non le ha detto esplicitamente di lasciare, ma «adesso tutti con Roberto, forse ci fa la sorpresa di vincere al primo turno».

E la senatrice Cirinnà, pronta a combattere da mesi, ha deciso il passo indietro. La senatrice dem, hanno raccontato i presenti all'agenzia Dire, prendendo la parola ha comunicato la scelta: «Abbandono il mio sogno».

Ciaccheri, parte del movimento dell’europarlamentare Massimiliano Smeriglio, ha commentato: «Comprendiamo la scelta di Monica Cirinnà, per noi rimane una figura importante della sinistra della città. Ora con Liberare Roma valuteremo il da farsi». E ha aggiunto: «Certo è che l'unica cosa che non si può fare sono primarie finte, perché indebolirebbero la coalizione. Servono primarie vere e contendibili anche e soprattutto con candidate donne e femministe». Altrimenti «bisogna avere tutti il coraggio di dire che Gualtieri è il candidato che convince la gran parte delle forze della coalizione e non perdere tempo in primarie inutili mentre Raggi e Calenda fanno campagna e conquistano consenso ogni giorno». Gli sfidanti già ufficializzati di Gualtieri sono Paolo Ciani di Demos, Giovanni Caudo, ex assessore di Ignazio Marino e presidente del Terzo Municipio, e Tobia Zevi, ex consulente di Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi.

Gualtieri dal canto suo ha ringraziato il partito per il sostegno: «Questa è una scelta di vita, se non riparte Roma non riparte l'Italia». 

Il no di Muroni

Già il giorno prima, l’altra donna che avrebbe potuto partecipare alla sfida, la deputata Rossella Muroni, si era fatta da parte. Per questioni di tempi: «Ci ho pensato, mi sarebbe piaciuto, ma non ci sono le condizioni minime. Magari sarà per la prossima volta. Comunque mi impegnerò per far vincere il centrosinistra a Roma». Per partecipare alle primarie «serve un percorso lungo di condivisione, magari se si fosse votato tra tre mesi mi sarei messa a disposizione. Ma con le regole approvate un mese prima del voto non riesco a competere come vorrei. Sarebbe come mettersi ai blocchi con i lacci delle scarpe legati». Ma anche in critica con l’andazzo: «Capisco che c'è un grande bisogno di figure diverse, anche femminili. Ma le donne non si possono tirare fuori quando non ce ne sono in giro». Comunque «non è colpa di nessuno, lo dico con dispiacere, ma io così non riuscirei a competere come vorrei, con un percorso di condivisione con il mio mondo di riferimento», ha concluso la ex presidente di Legambiente.

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