Alla fine la maggioranza ha dovuto fare un passo indietro da sola. La destra ha trovato l’accordo per limitare attraverso il decreto Cutro le ricadute della protezione speciale per i migranti a partire dall’eliminazione della possibilità di convertirla in permesso di lavoro, e riducendo l’applicazione dei permessi di soggiorno speciali sia nel caso di grave condizione psicofisica sia per le calamità naturali. Questo quanto si leggeva ieri mattina nel testo dell’emendamento presentato da Maurizio Gasparri (Forza Italia), Daisy Pirovano (Lega) e Marco Lisei (Fratelli d’Italia).

In un primo momento, l’emendamento prevedeva lo stop al riferimento degli obblighi internazionali della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, ma lo stesso Gasparri prima del voto ha chiesto la modifica. Ne è seguita una bagarre con le proteste dell'opposizione e il capogruppo del Pd Andrea Giorgis ha definito quantomeno «irrituale» una richiesta di questo tipo.

Tutto il pacchetto

Nei giorni scorsi hanno fatto discutere le pressioni della Lega per eliminare del tutto i permessi speciali a chi, pur soffrendo di persecuzioni per motivi di razza, sesso o religione e a fronte di fondati rischi di tortura o a trattamenti inumani o degradanti, non abbia diritto alla protezione internazionale.

Al momento dell’approdo in Aula la destra, hanno riferito fonti parlamentari sin dal primo mattino, si è ricompattata per marciare verso l’approvazione di una prima riduzione e degli altri emendamenti del governo presentati la settimana scorsa. Saltata l’ipotesi di un “canguro”, ovvero di un maxiemendamento, la maggioranza per prima cosa ha dato il via libera alle proposte dell’esecutivo della settimana scorsa: un pacchetto di misure che include la possibilità di usare i centri per il rimpatrio anche per i richiedenti asilo, la nascita di punti di accoglienza di emergenza con servizi minimi e l’affitto di un traghetto per portare via i migranti dal Lampedusa. In un rush finale è comparso anche una postazione medicalizzata del 118 presso l'isola.

La protezione speciale

La concessione dei permessi di soggiorno, qualora il testo venisse convertito in legge, anche a fronte della mitigazione “Gasparri”, arriverà ad avere un’applicazione più ridotta. Oltre al blocco di “conversione” in permesso di lavoro, si sono concretizzati infatti anche i ritocchi sul rilascio del permesso per cure mediche e per calamità.

Nel primo caso, la nuova versione non prevede più le «gravi condizioni psicofisiche», ma permette il rilascio solo per «condizioni di salute derivanti da patologie di particolari gravità» e che, secondo lo stato italiano, non possano essere affrontate nel paese di provenienza.

Per quanto riguarda il permesso di soggiorno collegato al problema di origine naturale, l’evento calamitoso per giustificare il rilascio del permesso non dovrà essere più «grave», ma «contingente ed eccezionale».

Così come per la protezione speciale, anche questi permessi di soggiorno non potranno essere convertiti in permessi di soggiorno per motivi di lavoro. Il Pd prima ancora del voto ha accusato il governo di aver messo sul tavolo un decreto legge incostituzionale, ma le questioni pregiudiziali presentate in assemblea sono state bocciate. Salvo sorprese, il decreto Cutro con gli aggiornamenti dovrebbe essere approvato da palazzo Madama oggi per poi passare all’esame della Camera.

Il Piantedosi pensiero

Insieme al canale parlamentare, l’esecutivo ha sfruttato anche quello comunicativo per perseguire la sua azione contro i migranti. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, si è fatto sentire ancora rispondendo alle interrogazioni parlamentari alla Camera, ma già prima con una nota per ringraziare la questura di Roma per aver fermato due rapinatori alla stazione Termini: «Gli autori della rapina sono due giovani di 19 e 21 anni – ha spiegato –. Entrambi hanno fatto ingresso in Italia clandestinamente, da minorenni».

Un racconto che per Piantedosi basta a giustificare un maggior utilizzo delle forze dell’ordine presso le stazioni e anche una maggiore severità nel perseguire l’ «immigrazione illegale». Per questo, rispondendo a tre distinte interrogazioni di Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi-Sinistra), Tommaso Foti (Capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera) e Alfonso Colucci (M5s) ha dato nuovamente la visione Piantedosi: la protezione speciale, in realtà «potrebbe essere un espediente per introdursi nel nostro paese», chi ne usufruisce «solo per una limitatissima percentuale» lo trasforma in permesso di lavoro, e infine bene ha fatto il governo a stabilire lo stato d’emergenza «non ideologico» e a chiamare in aiuto un commissario. Nello specifico Valerio Valenti, come scritto su Domani, già capo della segreteria particolare del sottosegretario Antonio D’Alì, potente senatore di Forza Italia, che ha messo la sua funzione a disposizione di Cosa nostra, in particolare della famiglia Messina Denaro. Le associazioni umanitarie sono scese in piazza già martedì, e sono pronte a tornarci il prossimo 28 aprile.

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