A Foggia, un ladro ha narcotizzato un finanziere e gli ha rubato la pistola d’ordinanza nell’atrio di un seggio. A Salerno è stata fotografata una scheda elettorale. Nel napoletano, a Procida, i carabinieri hanno trovato schede già timbrate e chiuse in un cassetto. A Legnano, in provincia di Milano, un candidato sindaco ha presentato una denuncia in procura per un presunto voto di scambio. Come in ogni partita elettorale, non c’è solo in gioco l’esito referendario, la tenuta del governo, ma anche la qualità della nostra democrazia. Uno dei casi più gravi conduce a Caserta, a Casagiove, dove il candidato sindaco Danilo D’Angelo, è già indagato per voto di scambio. Lui nega ogni accusa e dice che è pronto a dimostrare la sua estraneità.

Ci sono, però, diversi messaggi audio che, tra giugno e luglio, D’Angelo avrebbe inviato a un suo uomo di fiducia, con il quale poi ha interrotto i rapporti. Negli audio D’Angelo segnalava persone e curricula.

«Quell’uomo di merda non mi disse niente che ti aveva girato questo curriculum, ora voglio sapere: tu stai nello staff del consigliere o del sindaco? Se tengo un consigliere che ti passa nominativi, io rimango, come il cazzo, lo devo sapere. Ora c’è sta Sellitto...che è un bravo ragazzo». E poi ancora: «La ragazza part-time, il padre di famiglia pure se gli fa un contratto fino a dicembre. Ottavio è importante». Danilo D’Angelo, nei messaggi, già si sentiva primo cittadino. Questi audio li avrebbe inviati ad Ottavio Chiavaroli, suo conoscente, con il quale, in quel periodo, aveva un rapporto di fiducia. D'Angelo indicava cognomi da appuntare, speranze da realizzare e sollecitazioni da portare all’attenzione di un imprenditore locale presso il quale lavora Chiavaroli.

«Ti giro il curriculum suo, è giovane, bravo ragazzo (…) Quello là di 45 anni gli facciamo fare il colloquio; a 45 anni non possiamo fare niente. Pensiamo ai giovani che devono farsi una famiglia». Come sono nate queste richieste? Lo ha ricostruito Chiavaroli.

Tutto è iniziato da un incontro, avvenuto lo scorso giugno, alla presenza di D’Angelo, alcuni tecnici e il datore di lavoro di Chiavaroli. In quell'incontro, D’Angelo avrebbe promesso all'imprenditore di risolvere una vecchia pratica relativa ad una casa, mai finita, per l'assenza del piano regolatore. Una promessa che avrebbe avuto una contropartita: la segnalazione di diversi soggetti, in vista del voto, da assumere presso la sua azienda. In un messaggio audio, D’Angelo fa riferimento proprio all’imprenditore: «Ma Nicola (nome dell’imprenditore, ndr) l’ha capito che il problema lo abbiamo risolto?». Da lì in poi sono arrivati diversi curricula di persone da assumere e sono stati contrattualizzati due segnalati, secondo quanto ha riferito Chiavaroli. Una ricostruzione che D'Angelo respinge.

«Ci sono i programmi di whatsappfake, lei se vuole pubblichi le telefonate, ma controlli bene. Io non ho mai segnalato nessuno e ho denunciato Chiavaroli per estorsione. Lui mi aveva detto o mi dai delle cose o ti denuncio», si difende D’Angelo.


«Picchiava la moglie»

Quando chiediamo di fornire prova di questa richiesta estorsiva, D’Angelo dice che è non può, ma ha portato tutto in procura. «Tutto è nato perché l’ho visto mentre picchiava la moglie, io l’ho difesa e lei l’ha denunciato». Chiavaroli, invece, conferma tutto e nega aggressioni alla sua ex compagna così come la presunta richiesta estorsiva: «Tutto infondato, falso, dove sono le prove?». Chiavaroli, tempo fa, ha interrotto il suo rapporto con la compagna che l’ha denunciato per stalking, ma è lui stesso a dirlo precisando che dimostrerà la sua assoluta correttezza. Ora il candidato sindaco D’Angelo, mentre attende l'esito elettorale ed è in corso lo spoglio, deve affrontare l’indagine per voto di scambio, notizia riferita, inizialmente, dalla testata Casertace. La Procura di Santa Maria Caputa Vetere, guidata da Maria Antonietta Troncone, deve decidere se chiedere il processo per D'Angelo, mentre il candidato sindaco assicura che tutto sarà archiviato. Ma perché chiedeva posti di lavoro? «Stai insistendo troppo», dice D'Angelo prima di interrompere la conversazione.

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