Una richiesta esplicita: più gas nel Piano nazionale integrato energia e clima. È quanto si legge nel position paper di Proxigas, l’associazione di Confindustria dei big del metano a cui aderiscono Eni e Snam e che il 25 gennaio ha organizzato la prima assemblea nazionale alla Lanterna di Fuksas, con ospite d’onore il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.

Dal canto suo, il ministro ha assicurato che l’Italia sarà pronta a farsi attraversare ancora di più dal metano: «Quanto ai gasdotti, puntiamo al raddoppio del Tap, al potenziamento del gasdotto che collega l’Algeria alla Sicilia e ai rigassificatori galleggianti di Piombino e Ravenna, oltre a quelli fissi di Porto Empedocle e Gioia Tauro».

La bozza del nuovo Pniec doverebbe essere presentata nel giro di pochi mesi. Il ministro dell’Ambiente nel corso del suo discorso programmatico alla Camera lo scorso 29 novembre ha detto che sarà presentato alla Commissione europea entro il 30 giugno, e i lobbisti si sono preparati per tempo con tanto di tavola rotonda con gli amministratori delegati delle partecipate di stato, rispettivamente Claudio Descalzi di Eni, Stefano Venier di Snam, Paolo Gallo di Italgas e Nicola Monti di Edison.

Il documento è stilato formalmente nel nome della transizione, citata fin dal titolo: “Prospettive e ruolo del sistema gas tra sicurezza e competitività a supporto della transizione energetica”:

Nel testo che Domani ha visto in anteprima si legge: «Necessario promuovere, nell’immediato, una maggior produzione domestica e un maggior utilizzo di gas naturale, certamente la fonte fossile più sostenibile». Corollario: «Per gestire i fabbisogni energetici del nostro Paese in contesto di evidente complessità (...) l’occasione si presenta in relazione all’aggiornamento del nuovo Piano nazionale integrato energia e clima».

Da una parte il piano dovrà essere aggiornato rispettando i limiti climatici, dall’altra però, prosegue il position paper di Proxigas, va aggiornato «anche rispetto al contesto e all’esperienza vissuta in questi mesi, quindi più concreto e lungimirante».

La presentazione

Proxigas è nata nel 2022 dall’unione di Anigas e Igas, mettendo insieme praticamente tutto il settore. Oltre a Eni, Italgas e Snam, ci sono anche Edison, Acea, Enel, Shell. Il documento riguarda da vicino i piani di sviluppo di Eni e Snam e anche le prime mosse dell’esecutivo Meloni.

In primo luogo si parla del rilancio della produzione nazionale di metano. Infatti si legge che di fronte all’impossibilità di essere totalmente indipendenti dalle fonti di approvvigionamento bisogna promuovere «la minor dipendenza (...) aumentando anche la quota di risorse energetiche prodotte internamente, in primis la produzione di gas».

Poi si arriva all’hub del gas e al piano Mattei di cui ha parlato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nel testo si ricorda che «l’Italia gode di una posizione geografica privilegiata». Il primo passo è aumentare le possibilità di importazione. Quindi oltre ai nuovi rigassificatori galleggianti di Piombino e Ravenna anche «ulteriori iniziative per rigassificatori» e «nuovi gasdotti di importazione e potenziamento degli esistenti per le risorse nelle aree del Mediterraneo». Poche righe che arrivano a pochi giorni dall’accordo tra Eni e Sonatrach per valutare il progetto di un raddoppio del Transmed. Iniziative che hanno come risvolto la necessità di «potenziare la rete di trasporto nazionale». Citati uno a uno (ma non l’azienda) i progetti anticipati da Venier la settimana scorsa: la linea adriatica, il potenziamento delle connessioni con la svizzera e dello stoccaggio.

La conclusione era chiara dalle premesse: «Sarà necessario investire nelle infrastrutture gas», e per far questo «sarà necessario definire una nuova strategia nazionale e predisporre un nuovo piano nazionale integrato energia e clima» che valorizzino «il contributo e le prospettive» del «sistema molecolare».

Il dettaglio arriva fino alla cattura e lo stoccaggio della CO2, il sistema caldeggiato sia da Eni sia da Snam che permette di utilizzare il metano anche per la produzione di idrogeno. Il vettore viene presentato come l’alternativa rinnovabile alle fonti fossili, ma può essere anche il modo per ridagli nuova vita.

Per il paper di Proxigas la domanda di metano crescerà e l’Italia deve diventare il punto di snodo. Descalzi, durante la tavola rotonda ha specificato anche per «beneficiare l’Europa», dunque esportare.

Un progetto per cui il governo ha già ampiamente detto sì, da ultimo nel corso del viaggio di Meloni ad Algeri in compagnia di Descalzi, e che oggi è stato ribadito con la conferenza degli amministratori delegati e i saluti del presidente dell’associazione, Cristian Signoretto, direttore generale per le risorse naturali e il gas naturale liquido di Eni. A Pichetto Fratin le conclusioni e la richiesta di farlo diventare un piano programmatico per il paese.

Le infrastrutture, oltre a legare il paese ancora di più al metano rischiano di pesare sulle bollette di tutti. Il presidente dell’Autorità per l’Energia Stefano Besseghini, invitato a tenere un discorso nel corso dell’evento, a margine ha specificato a Domani: «Se hanno una caratteristica di sicurezza hanno un percorso, se si tratta di addizionalità di investimento devono essere valutate in un’ottica di costi-benefici».

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