Un gasdotto non è per sempre ma è un’infrastruttura stabile, così la partnership con l’Algeria, il paese a cui siamo collegati tramite il gasdotto TransMed-Enrico Mattei continua a rafforzarsi, e oggi è arrivato in Italia il presidente algerino per una visita di Stato di tre giorni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato il primo a incontrare il presidente Abdelmadjid Tebboune in compagnia del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

L’accoglienza è stata fatta con tutti gli onori del caso: «È il segno di una amicizia solida e straordinariamente importante per il partenariato strategico tra i nostri paesi e con relazioni bilaterali particolarmente forti che hanno radici antiche», ha detto il presidente della Repubblica nel corso delle dichiarazioni alla stampa al Quirinale dopo il bilaterale.

Tebboune dal canto suo ha detto «dal punto di vista energetico, siamo disposti a dare quanto vuole da noi l'Italia». Ovvero 9 miliardi di gas in più rispetto ai 21 che già ci manda: «C'è un accordo fra Italia e Algeria riguardo allo sviluppo in campo energetico, per fare esplorazioni congiuntamente fra Eni e Sonatrach». Un aumento di produzione e forniture che poi potrà essere esportata «all’Europa». Un lascia passare che pone l’Italia in una posizione diversa rispetto alla Spagna, visto che Algeri ha messo in guardia la Spagna dall’esportare nuovamente il metano algerino, soprattutto per non rifornire il Marocco.

Quello che serve

Come anticipato da Domani, il paese tuttavia non è ancora pronto a fornire tutto il metano che l’Italia ha chiesto. Oggi vengono sottoscritte a Palazzo Chigi - alla presenza del presidente del Consiglio, Mario Draghi - diverse intese: sullo scambio di informazioni finanziario, sulla cooperazione culturale, sulle microimprese e sul turismo. 
Per il governo italiano presenti i ministri Luigi Di Maio, Enrico Giovannini, Massimo Garavaglia e il viceministro allo Sviluppo economico Pichetto Fratin (non il ministro Giancarlo Giorgetti). Ma soprattutto la compagnia di stato Sonatrach ed Eni, con l'a.d. Claudio Descalzi, ha firmato un memorandum d’intesa per sviluppi di campi a gas e idrogeno verde in Algeria.

«I nuovi volumi di gas oggetto dell’accordo sono anche frutto della stretta collaborazione nello sviluppo di progetti upstream a gas, per la «messa in produzione del potenziale dei campi algerini» specifica la nota Eni, confermando che finora la gran parte è potenziale.

Il primo viaggio

Dopo l'inizio della guerra in Ucraina, il primo viaggio in Africa per cercare nuovi fornitori è stato proprio il viaggio di Di Maio e dell'amministratore delegato di Eni Descalzi in Algeria. La partnership con la società di stato Sonatrach aggiunge 9 miliardi di metri cubi di gas al mix e lo rende potenzialemente il nostro primo fornitore passando dai 21 miliardi nel 2021 a 30 ma entro il 2024, per quest’anno non andremo oltre 2 proprio perché è necessario aumentare le estrazioni nel paese.

Tempistiche a parte, è un paese vicino, affidabile e relativamente stabile, che lo rende preferibile rispetto ad altri sul fronte gas, eppure è in corso una delle crisi croniche più durature d'Africa, quella del Sahara Occidentale. Il popolo Saharawi è in attesa di un referendum promesso dall'Onu dal 1991 per tornare sul proprio territorio, occupato militarmente dal Marocco.

Centinaia di migliaia di rifugiati Saharawi vivono da decenni in campi profughi sul suolo algerino, bloccati dal muro più lungo e minato al mondo, in attesa di conoscere il proprio destino. Le scaramucce, come raccontato su queste pagine, hanno messo Marocco e Algeria di nuovo in linea di collisione.

I legami economici

Tebboune prima di arrivare ha sottolineato: «Questa visita è di particolare importanza nel rafforzamento dei legami storici di amicizia» e «delle relazioni bilaterali in molti ambiti, in particolare nell'aspetto economico». Nella nota divulgata la sera prima ha rimarcato che avviene «nel quadro di una nuova visione dei due presidenti volta a infondere una nuova dinamica per il dialogo e la cooperazione strategica tra i due paesi vicini e amici».
L'Italia è la prima destinazione delle esportazioni algerine, e nello specifico a far crescere il valore ci pensano il petrolio e soprattutto il gas. Nel 2020 il valore dell'interscambio Italia-Algeria è stato pari a 5,83 miliardi di euro, di cui 3,14 miliardi sono state esportazioni algerine.
La visita si svolge dopo quella compiuta da Mattarella in Algeria nel novembre scorso. In serata, riporta l’Ansa, Tebboune incontrerà rappresentanti della comunità algerina in Italia. Domani sarà a Napoli ancora una volta con il presidente Mattarella. A luglio si svolgerà ad Algeri il quarto vertice intergovernativo tra Algeria e Italia.

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