la verità dei centri di permamenza e rimpatrio

Prigionieri come in Libia, la vergogna dei Cpr italiani

People face police as they stage a protest against the opening of the CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) in Via Corelli, in Milan, Wednesday, Sept. 30, 2020. (AP Photo/Luca Bruno)
People face police as they stage a protest against the opening of the CPR (Centro di Permanenza per il Rimpatrio) in Via Corelli, in Milan, Wednesday, Sept. 30, 2020. (AP Photo/Luca Bruno)
  • I senatori De Falco (gruppo misto) e Nocerino (M5S, membro della commissione diritti umani) hanno svolto un’ispezione nel Cpr milanese di via Corelli. Erano presenti quaranta “trattenuti”, in un clima di sospensione della vita e dei diritti.
  • «Appena entrati - racconta il senatore De Falco a Domani - i militari di guardia ci hanno mostrato la sala controllo». La scena ha subito reso l’idea del luogo: «Le telecamere di sorveglianza mostravano un ragazzo che si stava ferendo il corpo».
  • In tre ore di ispezione parlamentare «l’ambulanza per i casi gravi è entrata due volte», spiega il il senatore. Il Cpr di Milano è l’ultimo dei nuovi centri aperti, ha iniziato l’attività il 28 settembre 2020, ma da subito mostrato criticità, già segnalate nel rapporto del Garante.

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