Primarie sì, primarie no

Lazio, il gran ballo delle correnti per scegliere il dopo Zingaretti

LaPresse
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  • Franceschini contro l’ex segretario, Bettini contro gli ex dc, D’Amato con Calenda, Calenda contro tutti. La giostra delle regionali è impazzita, Letta intima lo «stop ai motori». Quelli di Gasbarra temono i gazebo, che però sembrano inevitabili.
  • Il Nazareno chiede di procedere con il programma e con la coalizione, poi si penserà al candidato. Spera in una convergenza sull’assessore alla sanità. Che sa di non essere un nome «condiviso» e punta ai gazebo. Come Leodori. 
  • Poi ci sono gli alleati: Marta Bonafoni è già in campo. La sostiene Elly Schlein. E giusto ieri a favore delle primarie si sono espressi anche Europa verde e Sinistra italiana. 

«Stop, stop, stooop», letteralmente «stop ai motori». Mercoledì scorso, in una riunione riservata, il segretario del Pd Enrico Letta ha dovuto fare come un regista di fronte a una scena tutta sbagliata. Il film è la regione Lazio del dopo Zingaretti. Gli attori gli sembrano presi dalla «bagarre», quella vertigine che lo scrittore Gianni Celati descrive a Italo Calvino: «Quando tutti si picchiano, tutto scoppia, crolla, i ruoli si confondono, il mondo si mostra per quello che è, cioè isterico e

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