- Dall’assemblea riformista ovazione per il professore. «Non possiamo continuare a essere un partito rassegnato in un Paese rassegnato»
- Bonaccini rinsalda le file dei suoi. Guerini: «Non seghiamo il ramo su cui siamo seduti, ma sono preoccupato anche per tutto l’albero».
- La segretaria non c’è, è agli Stati generali del socialismo: «Sul salario, pronta a incontrare Meloni domattina». Ma la destra chiede di fermare l’ostruzionismo e rimandare la discussione a settembre.
«Al Pd serve una sinergia tra riformismo e radicalismo, un radicalismo dolce – qui Romano Prodi fa una pausa, sta usando una formula di Flavia, sua moglie, scomparsa poco più di un mese fa – Al Pd serve uno spirito unitario, troppe volte mancato. Non possiamo continuare a essere un partito rassegnato in un paese rassegnato». La lezione sulla sinistra del fondatore dell’Ulivo non è solo il colpo mediatico del secondo giorno di assemblea dell’area di Stefano Bonaccini, a Cesena. È soprattutto un



